Ognuno ha un infinito dentro.
Tutto sta nel saperlo esplorare. Potrai incontrare chi si porta dentro un infinito potenziale e chi ha un infinito dolore. Chi ha un’infinita solitudine e chi si porta dentro un infinità di bei ricordi.

Una cosa è certa: in tutti c’è sempre traccia di un amore infinito. Che li ha protetti, che li difende ancora, che dà loro un motivo per vivere.

Fermati a guardare quell’amore e riparti da lì, all’infinito.

Posted by:don Ivan Licinio

Classe 1983, sacerdote della Prelatura territoriale di Pompei dal 2011. Attualmente Vice Rettore del Pontificio Santuario della Beata Maria Vergine del Santo Rosario e Incaricato del Servizio per la Pastorale Giovanile. Autore di diverse pubblicazioni, il mio ultimo libro è "Se anche la fede è tra le Stranger Things" - Una serie TV per ogni stagione della gioventù, edito da Effatà editrice.

Una risposta a "Infinito"

  1. IL NOSTRO GIARDINO

    di Fausto Corsetti

    Sentiamo che il nostro modo di vivere sta per cambiare, non solo il modo di vestire, che pure non è solo apparenza, ma proprio il nostro modo di posare lo sguardo sulle cose e il nostro atteggiamento nei confronti di quanto ci circonda e perfino nei confronti di noi stessi, del nostro essere intimo…
    E’ primavera.
    Il freddo invernale è giunto talvolta fino all’anima, ci ha raggelati dentro. Quando il tempo si addolcisce, anche l’anima si addolcisce. E più facile diventa, per tutti, guardare un poco più in là del tempo presente e fare programmi per la propria vita. Nessun’altra stagione, forse, stupisce quanto la primavera: è proprio una rivoluzione del grande teatro della Natura e del piccolo, grandioso teatro interiore.
    I sentimenti sembrano più vivi proprio come sono più vivi tutti i fiori, tutte le foglie di tutti gli alberi.
    Sì, nonostante la puntualità dell’avvenimento, la primavera non cessa di meravigliarci, non cessa di insegnarci a leggere anche nella continua meraviglia del nostro essere qui, al centro di questa Natura: continuamente ci interroghiamo e interroghiamo le cose che ci circondano, le cose in cui siamo immersi.
    Noi possiamo passare del tutto indifferenti davanti allo spettacolo della Natura; possiamo freddamente leggere nel calendario i giorni che passano, le stagioni che si compiono, che scadono, che finiscono; possiamo diventare dei perfetti automi di noi stessi, ma viene sempre il giorno in cui sorge la domanda: che senso ha tutto questo?
    Perché, improvvisamente, avvertiamo che quella vita che si risveglia fuori di noi trova una strana, misteriosa corrispondenza con ciò che accade dentro di noi? Quale misteriosa forza ci chiede, puntualmente, ogni anno, di rinascere a noi stessi? Che senso ha questa cosa che vive dentro di noi e ci interroga continuamente, come se fosse lei, veramente, la sola padrona di casa a cui sono dovute tutte le risposte?
    Il tempo, fedele clessidra della nostra vita, scandisce la nostra esistenza, le dà un senso sempre nuovo e diverso, ci aiuta a capire sempre meglio le ragioni del nostro essere qui, della nostra esistenza.
    Ecco, allora, che la primavera attraverso il nostro sguardo, il nostro ascolto diventa una sorta di prova, un esame della nostra condizione.
    C’è una primavera del mondo e una primavera dell’anima. Questa, certo, meno visibile di quella, ma non meno avvertibile, non meno godibile. Tutto sta nel vedere che cosa sia stato seminato, quali e quanti fiori siano spuntati e annuncino la nostra stagione dei frutti: il nostro più intimo giardino.
    Tutti, chi più chi meno, abbiamo attraversato periodi o momenti di noncuranza di noi stessi, rivolgendo all’esterno ogni nostra cura. Tutti, chi più chi meno, abbiamo conosciuto le sterpaglie del nostro giardino interiore e sappiamo quanto è stato difficile – quanto è difficile – strapparle e distruggerle. Ma tutti sappiamo anche che, dopo l’inverno, vien sempre la primavera e, come accade fuori, così anche dentro di noi avviene la rinascita, il risveglio, la trasformazione: spettacolo grandioso, come sa chi ama le piccole cose e vede anche in esse il segno di qualcosa di grande, di unico, di infinito.

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