Testo della meditazione tenuta al Buongiorno a Maria di ottobre 2023 sul tema: “Il Rosario, preghiera dei giovani”.

Il “Buongiorno a Maria” è un breve momento di preghiera che accompagna, nei mesi di maggio ed ottobre, l’apertura del Quadro della Vergine del Santo Rosario di Pompei ogni mattina alle 6.30. Si medita sulla Parola di Dio a partire da una tematica specifica e si prega una decina del Rosario prima di affidarsi alla Vergine per mezzo della preghiera detta “Piccola Supplica”. Il tutto dura circa 30 minuti ed è anche trasmesso in diretta su TV2000.

Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Vangelo di Luca (1,26-38)

Carissimi amici del Buongiorno a Maria,

il tema suggerito per la meditazione odierna è: il Rosario, preghiera dei giovani. Sarà vero?

Sarebbe interessante chiederlo ai giovani presenti questa mattina in Santuario. Di solito quando pensano al Rosario subito immaginano una dolce vecchietta che sbiascica parole prima che inizi la Messa. E diciamoci la verità, non sono solo i giovani a pensarla così.

Eppure un giovane, anzi un giovanissimo, il beato Carlo Acutis, morto a soli 15 anni per una leucemia fulminante, devotissimo della Vergine di Pompei, amava dire: “Il Rosario è la scala più corta per salire in Cielo”.

Ci sono, allora, almeno tre motivi per poter dire che il Rosario è una preghiera per i giovani.

Primo: il Rosario è una preghiera semplice e per i semplici. Anticamente era definito il “breviario dei poveri” perché anche quelli che non sapevano leggere potevano unirsi al salterio recitato in latino dalla Chiesa durante la giornata. Oggi questa povertà è di chi vive una sorta di analfabetismo spirituale: nel cuore di tantissimi giovani – e non solo – c’è il desiderio di pregare ma non sanno che parole usare, perché c’è la paura di non essere ascoltati da Dio se non si trovano le parole giuste da dire nella preghiera. Questo capita quando confondiamo la preghiera con una formula magica: se si sbaglia una parola non si ottiene il prodigio! Il Rosario, invece, è una scuola di preghiera perché, attraverso le parole dell’Ave Maria – che tutti conosciamo -, predispone il cuore all’incontro con il Signore proprio come la giovane Maria, nella sua semplicità, ha accolto l’angelo che le annunciava il progetto di Dio su di lei.

Questa incapacità di trovare il modo di entrare in relazione con Dio, ci porta al secondo motivo per suggerire il Rosario ai giovani: il Rosario è una preghiera meditativa che collega mente e cuore. Il profondo bisogno di spiritualità da parte dei giovani è sfociato, soprattutto negli ultimi tempi, nella pratica di tecniche ed esercizi di meditazione, per lo più di origine orientale, basati sui tempi della giornata e su formule ripetitive. Il Rosario è innanzitutto un tempo che si decide di dedicare a se stessi. In una vita sempre più frenetica e incerta, è un’occasione per fermarsi e donare pace al cuore. È vero che chi si ferma è perduto ma, come diceva una celebre canzone, “si perde tutto chi non si ferma mai”. Il Rosario, allora, è un’oasi nella quale ti puoi fermare quando tutto intorno a te c’è il deserto di senso. Un’obiezione che viene sempre fatta al Rosario è che sia una preghiera monotona e ripetitiva. Invece è proprio qui la sua forza perché è come la goccia che lentamente scava la durezza dei nostri pensieri facendo spazio all’amore misericordioso di Dio. Meditando la vita di Gesù, Ave Maria dopo Ave Maria, assimiliamo la nostra vita a quella del Maestro, come l’innamorato che non è mai sazio di vedere il volto della sua amata. D’altronde se non troviamo monotono e ripetitivo scrollare all’infinito le bacheche dei social perché dovrebbe esserlo sgranare la corona del rosario? La differenza sta nel fatto che nel primo caso puoi perderti nel secondo puoi ritrovare te stesso.

E se ritrovi te stesso capisci che non puoi vivere per te stesso. Veniamo perciò, al terzo punto della nostra riflessione: il Rosario è una preghiera di intercessione, è per gli altri. Sono sempre i giovani i primi ad impegnarsi quando si tratta di aiutare chi è in difficoltà, segno che loro, più di altri, hanno compreso il valore della solidarietà umana. Chiedono autenticità e concretezza e per questo motivo è più facile fargli comprendere che il Rosario non è una vuota devozione ma un modo per trasformare la preghiera in carità. Il giovane Bartolo Longo, dopo essersi perso nelle tentazioni della sua epoca, grazie al Rosario ha ripreso in mano la sua vita facendone un dono per gli altri. Aveva compreso che la preghiera senza la carità è monca; dalla forza del Rosario è scaturita l’Opera che oggi tutto il mondo conosce: una Città mariana che respira attraverso il Santuario della Fede e quello della Carità. Il Rosario è, allora, l’occasione per riprendere contatto con chi ci sta a cuore, per ricordare, cioè riportare al cuore, le persone care, per risanare le nostre relazioni. Nel Rosario, per intercessione di Maria, affidiamo a Gesù le persone che ci sono vicine ma anche quelle che sono lontane e per le quali vorremmo comunque fare qualcosa perché sappiamo che si trovano in difficoltà. Affidarli a Dio è già un primo grande atto di carità che rende poi possibili e autentici anche tutti quelli che materialmente riusciremo a mettere in pratica dopo.

Abbiamo visto, dunque, che il Rosario è una preghiera semplice, che aiuta a ritrovare se stessi e a vivere in serenità con gli altri; quindi non è solo per i giovani ma è davvero per tutti. Piuttosto, noi adulti dovremmo imparare a pregare con i giovani e non soltanto per i giovani. Accompagniamoli ma anche lasciamoci guidare dalla loro voglia di cambiare le cose. Fidiamoci dei giovani così come Dio si è fidato della giovane Maria e del giovane Bartolo: e allora vedremo realmente la storia cambiare.

Posted by:don Ivan Licinio

Classe 1983, sacerdote della Prelatura territoriale di Pompei dal 2011. Attualmente Vice Rettore del Pontificio Santuario della Beata Maria Vergine del Santo Rosario e Incaricato del Servizio per la Pastorale Giovanile. Autore di diverse pubblicazioni, il mio ultimo libro è "Se anche la fede è tra le Stranger Things" - Una serie TV per ogni stagione della gioventù, edito da Effatà editrice.

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