Ieri ho avuto l’esempio di quella gioventù del Sud di cui tutti si riempiono la bocca ma nessuno aiuta concretamente.
Sono stato nel Parco Nazionale del Pollino incuriosito da un servizio di qualche giorno fa trasmesso al TG regionale.
In uno dei soliti bellissimi borghi della Basilicata che non trovi sul navigatore, Viggianello, c’è un gruppo di ragazzi che, dopo anni trascorsi a lavorare al Nord, ha deciso di ritornare nella propria terra perché è qui che vuole vivere e far vivere i loro figli.
E allora questi giovani si sono inventati l’Acquatrekking. Marchio registrato che consiste in un divertente ed interessante percorso in acqua, a contatto con la natura incontaminata del Parco.
Un modo due volte intelligente per sopravvivere alla desertificazione demografica dei piccoli paesi del Sud Italia: uno perché, meglio di chi ci governa, questi giovani hanno capito come sfruttare turisticamente l’immenso patrimonio naturale ed enogastronomico (il percorso si conclude, infatti, con la degustazione di taralli del luogo accompagnati da un bicchiere di vino locale), che rappresenta il vero petrolio del Sud; due perché con i loro percorsi assicurano la tutela e la salvaguardia dei corsi d’acqua e del bacino fluviale, prevenendo il rischio di smottamenti e frane, altra croce tutta italiana.
Ma il merito più grande che questi giovani hanno è quello di aver creduto e di credere alla bellezza. Quella vera, non artefatta. Sulla bellezza hanno giocato il loro futuro e con la bellezza cercano di educare i tantissimi bambini, giovani e adulti che praticano acquatrekking dietro la loro guida.
Nessuno ci educa più alla bellezza. L’Italia, che la bellezza l’ha inventata, oggi ci si è talmente abituata da non riconoscerla più.
Ecco perché devo dire grazie a questi ragazzi. Perché continuano a coltivare, difendere e trasmettere la bellezza. E a credere in un Paese diverso.