Durante il nostro cammino nel deserto della Quaresima, incontriamo un’oasi nella quale fermarci, riposarci e riprendere le forze per il cammino. Dopo il pozzo della Samaritana, quest’oasi ha il dolce volto di Maria.
Il brano dell’Annunciazione è uno di quelli da incorniciare ed appendere alle pareti delle nostre case, delle nostre chiese e dei nostri cuori. Si tratta di un brano bellissimo e commentatissimo fin dall’inizio della storia della Chiesa.
Le meravigliose parole di Maria hanno cambiato la storia ed hanno educato generazioni di cristiani alla fede.
Tuttavia, il mio pensiero oggi va all’Arcangelo Gabriele, il miglior attore non protagonista dell’annunciazione. Ogni volta che mi viene affidato un compito che ritengo superiore alle mie capacità, io penso a lui.
In modo un po’ profano (tipo alla Massimo Troisi) immagino non la scena del dialogo fra Gabriele e Maria, ma quella fra l’Arcangelo e Dio. È vero che Gabriele vuol dire “Forza di Dio”, ma saranno tremate la gambe anche a lui mentre il Signore gli spiegava la sua missione. Questa volta non si trattava di interpretare qualche visione, come nel caso di Daniele (Dn 8,15-26), o di annunciare il parto di una moglie avanti negli anni, come nel caso di Zaccaria (Lc 1, 5-25). Stavolta bisogna che annunci ad una giovane donna di essere stata scelta per diventare addirittura la Madre di Dio! E soprattutto deve tornare da Dio con un sì. Tutto dipende da quel sì. Sembra quasi una missione impossibile, anche se lui stesso più tardi dirà: “Nulla è impossibile a Dio” (Lc 1,37).
Immagino pure che, durante il viaggio dal cielo a Nazareth, si siano affastellate nella sua mente una serie di domande: Come glielo dico? Come faccio a non spaventarla? Come glielo faccio capire in parole semplici? Come inizio?
Sono un po’ le stesse domande che anche noi ci facciamo quando dobbiamo parlare di Dio. Anche noi sempre alla ricerca del modo migliore, degli effetti speciali, della frase ad effetto.
Ma Gabriele ci supera tutti in semplicità. Perché la mente di un angelo è capace di cose straordinarie. Quella di un arcangelo poi..!
“Rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te!”. Capite? la prima cosa che l’Arcangelo dice all’ignara Maria è sii felice, rallegrati. Perché? Perché il Signore è con te! E immagino il suo sorriso angelico mentre lo dice.
Allora penso a certi modi di annunciare Dio che ancora esistono nella nostra bella Chiesa. A volte per parlare di Dio a chi lo cerca, a chi è distante, si parte dai dogmi, dai comandamenti, dalle citazioni bibliche, dai documenti conciliari.
Non sarebbe più semplice, bello e incoraggiante iniziare dicendo: Rallegrati! Il Signore è con te? E se lo dicessimo sorridendo, sarebbe il top!
Poi possiamo affrontare anche le cose più complesse, gli argomenti più esaltanti, discernere cosa Dio chiede ad ognuno, ma prima sappi da subito che Dio è con te! Ti consola, ti sostiene, ti è compagno di strada. Ti ama! Perciò rallegrati! Anche se sei nel dubbio, nella malattia, nel dolore, rallegrati. Sì, rallegrati perché Dio non ti abbandona, Dio è con te, sempre!
Ecco Gabriele, ecco la forza di Dio. Ecco la forza di un sorriso. Ecco la forza di un sì.
Siamo degli angeli quando stiamo tutti allineati nei banchi della chiesa. Diventiamo, molte volte, dei fantasmi quando si tratta di annunciare la gioia di essere cristiani. Magari semplicemente con un sorriso. Al collega, al vicino, al casellante, al tizio della metro, alla prof, al rivale. Alla vita.
Quanti sorrisi nascono da un sì e quanti sì nascono da un sorriso?
Mi piace pensare che, nonostante la complessità dell’annuncio, Maria abbia detto Sì, anche grazie al sorriso di Gabriele.