COMMENTO AL VANGELO DELLA XII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO /B

In quel giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui.
Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?».
Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?».
E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».

VANGELO DI MARCO (4,35-41)

Non sei solo nella tempesta

Il brano del Vangelo di oggi riecheggiò il 27 marzo 2020 in una Piazza San Pietro deserta. Papa Francesco lo scelse per invocare l’aiuto e la protezione di Dio nel periodo più virulento della pandemia. Per una curiosa coincidenza lo riascoltiamo oggi, alla vigilia del passaggio in zona bianca di quasi tutta la penisola. Personalmente ci leggo un invito a non dimenticare quello che abbiamo vissuto, così da apprezzare quella normalità che passo dopo passo stiamo riacquistando. Potremmo dimenticare troppo presto quello che abbiamo vissuto e il sacrificio di quanti si sono prodigati affinché questo giorno potesse arrivare quanto prima. Questo è un rischio concreto anche nella nostra vita di fede. La memoria gioca brutti scherzi e spesso dimentichiamo quanto il Signore ci ami e cosa sia disposto a fare per noi. Anche san Paolo è costretto a ricordarlo ai Corinzi quando gli scrive: «L’amore del Cristo ci possiede».

Eppure può capitare anche a noi di vivere la stessa esperienza degli apostoli narrata nel vangelo odierno. Durante i grandi sconvolgimenti della vita, quando la barca sembra affondare, chiediamo aiuto al Signore ma, molto spesso, abbiamo la netta sensazione che non ci ascolti, che dorma. Allora alziamo la voce della nostra preghiera per svegliarlo: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?». Questo grido contro il silenzio di Dio è una costante di tutte le generazioni, di tutta la storia. Eppure Gesù è quanto mai chiaro e provocatorio nella sua risposta: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». Gli apostoli dimenticano una cosa fondamentale: Gesù è lì con loro, è l’Emmanuele, il Dio con noi. E se Dio è con noi chi sarà contro di noi? Dio, allora, c’è sempre nella nostra vita ma a modo suo. Non segue i nostri schemi, non interviene al posto nostro, ma insieme a noi; non ci esenta dalla traversata, ma ci accompagna nell’oscurità. Dio non ci custodisce dalla paura, ma nella paura. Da buon Padre, ci aiuta a maturare attraverso le difficoltà e perciò, ci chiede di mettere in campo tutte le nostre capacità, tutta la forza del cuore e dell’intelligenza per superare, sotto la sua guida, ogni tempesta della vita. I problemi si risolvono solo affrontandoli perché d’altronde le barche non sono state costruite per restare ormeggiate al sicuro nei porti, ma per passare «all’altra riva».

Non possiamo farci bloccare dalla paura; per quanto questa faccia parte di noi, è proprio quando abbiamo la vita in tempesta che dobbiamo gridare la nostra fede nel Signore, dobbiamo urlarla controvento per ricordare a noi stessi di non essere soli ad attraversare il mare agitato della storia. E il Signore dirà ancora al vento “Taci!” e al mare agitato “Calmati!”.

Signore ti preghiamo: non farci più sentire urla di dolore, grida di chi cerca un figlio disperso o invoca giustizia. Fa tacere i proclami che incitano all’odio, le stupide rivendicazioni, le parole vuote dei potenti, il chiasso dei mass-media.

Signore calmaci. Calma quell’agitazione che ci portiamo nel cuore. Calma la frenesia di questo mondo. Calma l’animo inquieto di chi non trova pace. Calma gli interessi spietati. Calma ogni nostro desiderio di rivalsa, di diventare peggio di chi condanniamo.

Aumenta la nostra speranza in un futuro migliore.

Aumenta la nostra forza per non stancarci mai di costruirlo.

Aumenta il nostro amore per perdonare le offese e ricominciare ogni volta a costruire lì dove eravamo rimasti. Lì dove tu ci aspetti per continuare il viaggio insieme.

Buon cammino, insieme.

Posted by:don Ivan Licinio

Classe 1983, sacerdote della Prelatura territoriale di Pompei dal 2011. Attualmente Vice Rettore del Pontificio Santuario della Beata Maria Vergine del Santo Rosario e Incaricato del Servizio per la Pastorale Giovanile. Autore di diverse pubblicazioni, il mio ultimo libro è "Se anche la fede è tra le Stranger Things" - Una serie TV per ogni stagione della gioventù, edito da Effatà editrice.