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Diario di un seme

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a cura di don Ivan Licinio

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Vita del Santuario di Pompei7 Mag 20192 giugno 2019

Origine e storia della Supplica alla Madonna di Pompei

I testi più belli di Bartolo Longo, fondatore del Santuario, delle Opere di Carità e della moderna Città di Pompei, furono certamente quelli dedicati alla Vergine Maria. Lui, l’uomo della Madonna, come lo aveva definito Giovanni Paolo II in occasione della beatificazione, ha compiuto una profonda esperienza di Maria. Bartolo parla di Lei con la…

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Vita del Santuario di Pompei16 aprile 201816 aprile 2018

La Facciata del Santuario di Pompei

La Facciata, iniziata nel 1894 ed inaugurata il 5 maggio 1901, fu disegnata dall’architetto Giovanni Rispoli, Professore onorario nel Reale Istituto di Belle Arti in Napoli, che ne fu anche progettista e direttore dei lavori. È dedicata alla Pace Universale ed è stata edificata con il contributo di devoti di tutto il mondo che parteciparono…

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Semi sparsi3 aprile 2018

Il colore della speranza in mezzo al nero della morte

Ieri, in occasione della pasquetta, sono ritornato sul Vesuvio. Ci mancavo da alcuni anni e non vedevo l’ora di rivivere quelle belle passeggiate nella pineta, con il fresco e il canto delle cicale. La natura ha sempre la capacità di rigenerarti con la sua bellezza e con quella forza silenziosa che continua a portare avanti…

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About me

Ciao!
Mi chiamo Ivan Licinio e sono sacerdote dal 2011 nella Prelatura di Pompei. Sarei il più giovane ma, a causa della mia barba, tutti pensano il contrario! Attualmente offro il mio servizio come Vice Rettore del Santuario della Beata Vergine del Santo Rosario e come Responsabile della Pastorale Giovanile.

Qui troverai qualche mio pensiero in ordine semi sparso o sparso come semi. Si tratta di appunti di viaggio di chi è stato seminato sulla Terra e ora aspetta di vedere il Cielo.

Buon cammino, insieme.

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  • Sette funerali per sette matrimoni. E non è un musical…

Caro amico santo ti scrivo…

I carteggi tra il Beato Bartolo Longo, fondatore del Santuario di Pompei, e alcuni dei maggiori santi del suo tempo, da Giuseppe Moscati a padre Pio da Pietrelcina.

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Alla Madonna serve un Avvocato

Rifacendomi allo schema del santo Rosario, racconto la vita e la spiritualità del beato Bartolo Longo: ogni capitolo si apre con la Parola di Dio e si chiude con una preghiera del Beato.

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  • Come si recita il Rosario
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  • La Pastorale Giovanile a Pompei
  • Recensione del mio libro "Caro amico santo ti scrivo…"

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A chi è tormentato dal passato. Riconciliati con il passato. L'albero non vorrebbe ritornare seme, eppure quando lo era pensava che i suoi giorni fossero finiti sotto terra. Non sapeva quello che sarebbe diventato e i frutti che avrebbe portato. Quello che resta del seme sono solo le radici, mentre il fusto ora si slancia solenne verso il cielo. Così è per il tuo passato. È solo una radice, quello da cui provieni non per forza quello che sei. Le radici sono importanti, è vero, ma non sono tutto, se ne possono mettere altre in nuovi terreni. Fondamentale è il tuo impegno a crescere ogni giorno, ad orientarti verso la luce, a portare sempre frutto. Come il seme muore per far spazio a ciò che deve diventare, fai morire quella parte del tuo passato che ancora ti tiene sotto terra. Sboccia finalmente e sii ciò che sei chiamato a diventare. Bellezza. #scritturebrevi #attacchidipenna
#Vangelodioggi «Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda». . Rileggere il brano del buon pastore del tempo di Avvento ci dona la possibilità di entrare nel mistero dell’incarnazione e di comprenderlo meglio. Mentre noi siamo in cammino per trovare Gesù nella grotta, scopriamo che Gesù viene per cercare ogni uomo, soprattutto quelli più lontani. Non è un caso che i primi ad essere accolti alla grotta siano proprio i pastori e i magi: due lontananze. I primi allontanati dalla società a causa del loro mestiere e della loro condizione sociale; i secondi lontani geograficamente ad indicare che Gesù è venuto a cercare tutti gli uomini del mondo. Commuove quasi questo desiderio folle di Dio di cercare l’uomo, di stare insieme con lui, di amarlo a tutti i costi anche se questo significa assumere la nostra stessa natura, fuorché nel peccato dal quale è venuto a salvarci. L’uomo non può fare a meno di Dio ma neanche Dio può fare a meno dell’uomo. In questo tempo di Avvento lasciamoci trovare da Dio, diamo a Lui la possibilità di venirci a prendere nelle nostre lontananze, lì dove non avvertiamo più la vicinanza dell’uomo, la vicinanza dell’amore. Tante volte facciamo l’esperienza di essere allontanati o di allontanare; di sentirci lontani da chi amiamo ma anche dalla verità di noi stessi. Gesù viene per indicarci una nuova strada, per riportarci a casa. Se ci lasciamo prendere per mano da Gesù impareremo a seguire la volontà del Padre e scopriremo la gioia di essere figli nel Figlio. Buon cammino di Avvento, insieme.
#Vangelodioggi Lo calarono con il lettuccio davanti a Gesù nel mezzo della stanza... . Ci sono tre cose che mi colpiscono nell'episodio evangelico di oggi. La prima è la perseveranza degli uomini che, pur di portare a Gesù il paralitico, addirittura salgono sul tetto e lo calano per le tegole. Questa cosa stupisce Gesù al punto di dire: «Uomo, ti sono perdonati i tuoi peccati». Quando l'amicizia è vera fa di tutto per salvarti la vita! La seconda cosa è la capacità di questi uomini di mettere l'amico paralitico nel mezzo della stanza, cioè di metterlo al centro dell'attenzione di tutti. I cristiani dovrebbero sempre essere quelli capaci di mettere gli ultimi al centro dell'attenzione del mondo, anche se per fare questo devono scoperchiare i tetti del perbenismo e dei luoghi comuni. La terza ed ultima cosa che mi incuriosisce riguarda la guarigione del paralitico. Perché Gesù chiede al paralitico, ormai sano, di prendere il suo lettuccio? Quella barella è il segno della malattia ed è la prima cosa di cui ciascuno di noi, nelle condizioni del paralitico, si libererebbe. Eppure Gesù chiede di portarla con sé, perché dopo essere stati "guariti" non dobbiamo mai dimenticare chi eravamo e quanto grave fosse la nostra condizione prima dell'intervento di Dio nella nostra vita.Ognuno di noi porta con sé il suo personalissimo lettuccio. C'è chi è ancora lì sopra, paralizzato da tante situazioni, e chi se n'è disfatto troppo in fretta. Invece quando incontri chi se lo porta dietro, stai sicuro che quello è un uomo che sa "glorificare Dio" con la sua vita. In questo Avvento lasciamo che Dio ci guarisca dalle nostre paralisi ma non ci liberi dai lettucci, così da poter ricordare sempre quando è stato grande il suo amore per noi. . Buon cammino di Avvento, insieme.
Maria insegnaci la tua umiltà. Insegnaci la tua fiducia. Fa che il Signore possa trovare anche in noi una dimora accogliente. La nostra vita sia capace di dire sempre "eccomi" davanti al progetto di Dio e, così, cambiare la Storia. #immacolata
Il 7 dicembre 2011 sono stato ordinato sacerdote. Ancora oggi non mi capacito del dono ricevuto e spesso, dopo 8 anni, proprio come feci la sera dell'ordinazione, mi rivolgo a Lui, occhi al cielo, per dirgli: ma tu sei sicuro di aver fatto la scelta giusta? Non ho ancora ricevuto una risposta ma ogni volta che ho toccato con mano i miei limiti, ho trovato la Sua mano a risollevarmi e quella gioia intima della scelta sacerdotale, nonostante le difficoltà e le delusioni, resta in me come una luce che riscalda, guida e sostiene il mio cammino. Prego affinché altri giovani possano sperimentare la stessa gioia e chiedo a voi, se potete, di fare una preghiera per me in questo giorno. Continuiamo questo cammino, insieme.
#Vangelodioggi «Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino». . Il luogo preferito da Gesù per annunciare l’amore del Padre è sempre stato la strada. Perché è lì che si incrociano volti e storie degli uomini e delle donne desiderosi di salvezza, ansiosi di trovare un senso al loro andare frenetico o faticoso. La strada diventa, così, quasi un luogo sacramentale dove è possibile incontrare Dio per mezzo di Gesù. Non a caso Egli stesso si definirà la Via per conoscere la Verità e la Vita. Gesù stesso si fa strada per unire l’umanità a Dio e così realizzare già sulla terra il regno dei cieli. È normale, perciò, che chieda anche ai suoi discepoli di fare altrettanto: di predicare «strada facendo». Ma non si tratta solo di belle parole ma di azioni concrete visto che la strada, a differenza delle cattedre, è reale, non è fatta di teoria. Allora Gesù ci chiede di predicare con la nostra vita, guarendo gli infermi, risuscitando i morti, purificando i lebbrosi, scacciando i demòni. Ognuno di noi può obiettare dicendo di non esserne capace, ma in realtà a volte non ci vuole un miracolo per guarire interiormente un malato, basterebbe dedicargli attenzione, ascoltarlo, volergli bene; così come possiamo risuscitare chi è morto dentro semplicemente con un abbraccio inaspettato, con un dono improvviso o perdonandolo per le sue colpe; purificare i lebbrosi, invece, vuol dire purificare i pregiudizi su quanti oggi sono emarginati o esclusi come lo erano i lebbrosi all'epoca di Gesù; infine tutti abbiamo dei demoni da scacciare da noi stessi o dagli ambienti nei quali viviamo. Non possiamo tirarci indietro dal fare tutto questo, né pretendere qualcosa in cambio perché gratuitamente abbiamo ricevuto, gratuitamente dobbiamo dare. Così come gratuitamente abbiamo ricevuto da Dio il dono del suo Figlio Gesù. Lungo questo cammino di Avvento impariamo ad essere autentici discepoli da strada. Buon cammino d’Avvento, insieme.
#Vangelodioggi «Figlio di Davide, abbi pietà di noi!» Oggi il Vangelo ci dice che le cose vere della vita non hanno bisogno di molte parole o di perfette spiegazioni. Basta un grido che diventa spesso la parola del cuore e di una vicinanza. I due ciechi seguono Gesù mentre si allontana e il loro grande desiderio di ricevere un di più di amore li porta a non perdere la speranza. Gesù si allontana e i due ciechi gridano come per accorciare con il cuore la distanza fatta di passi. Tutti i miracoli, tutte le bellezze della vita avvengono quando riscopriamo il coraggio degli avvicinamenti. Dopo il grido, occorre avere il coraggio di avvicinarsi e non di allontanarsi, perché solo così possiamo guarire e solo così possiamo riprendere a vedere di nuovo la nostra vita, le nostre strade, i nostri cieli che per qualche tempo avevamo smarrito. Spesso, però, per noi avviene il contrario: dopo le grida, ci allontaniamo e invece di accorciare le distanze le moltiplichiamo e scegliamo di stare da soli invece di entrare “in casa”. Ci guarisce, sempre, la vicinanza e l’amore. Potrebbero essere questi, per tutti noi, i passi di avvicinamento al Natale. Buon cammino d’Avvento, insieme.
#Vangelodioggi «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli». No, non ci bastano solo le parole. Ne ascoltiamo tante, ma poche ci restano dentro. Abbiamo bisogno di parole credibili, pronunciate da persone che vivono ciò che dicono. La folla è ammirata da Gesù perché, diversamente dagli uomini religiosi del suo tempo, fa ciò che dice. Perciò la sua parola è autorevole, ascoltata e accolta. Ma leggendole oggi, ci accorgiamo che le sue parole, in questo caso, sono rivolte a noi. A noi discepoli che cerchiamo con semplicità e autenticità di vivere il Vangelo, che cerchiamo di lasciare che esso porti frutto nelle nostre piccole vite. Perciò quel «non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli», ci riguarda direttamente: corriamo il rischio di parlare tanto di Lui ma di non farlo entrare davvero nella nostra vita. Gesù intende nascere innanzitutto nel cuore di ogni uomo e accoglierlo è fare la volontà del Padre. Essere abitati dal suo amore significa annunciare il Vangelo attraverso la vita di ogni giorno, nei piccoli passi quotidiani. Se siamo abitati dall'amore di Dio, la nostra casa resisterà ad ogni tempesta, anche a quelle inattese e più devastanti. Quando la malattia o il fallimento bussano alla nostra porta, allora ci rendiamo conto se la fede ha inciso o meno sulla nostra speranza, se ha nutrito la nostra consapevolezza, se ha cambiato le nostre scelte. Meditiamo la Parola, ancora e ancora, perché affondi nel terreno delle nostre convinzioni e ponga fondamenta ben salde per la nostra vita, per le tante cose che costruiamo e che restano in piedi solo se poggiano su Dio. Buon cammino di Avvento, insieme.
#Vangelodioggi «Quanti pani avete?». Ascoltare questo brano del Vangelo nel tempo di Avvento vuol dire riflettere sull’essenziale. Nel deserto non ci si può sfamare, si può solo accogliere un dono fatto di misericordia e di compassione, che si moltiplica in parti uguali per tutti. La situazione del deserto, l’essere sprovvisti di tutto, diventa l’occasione proprio per tornare all’essenziale, per capire di che cosa davvero noi viviamo. L’Avvento ci aiuta a comprendere che tutto quello di cui abbiamo davvero bisogno è Dio stesso perché è lui solo che «sazia la fame di ogni vivente» (cfr. Sal 145,16). Gesù nascerà a Bethleem, che significa proprio “casa del pane”, ad indicare che sarà Dio a farsi pane spezzato per tutti. Lo stesso Gesù che oggi si commuove e chiede l’aiuto dei discepoli per sfamare la folla digiuna da tre giorni, come i tre giorni nei quali il mondo sarà senza Gesù in attesa della sua resurrezione. I discepoli, però, non nascondono la loro perplessità. Anche noi siamo sempre pronti a chiedere a Dio tante cose, ma se ci viene chiesto di impegnarci a fare qualcosa ci tiriamo subito indietro. Se vogliamo essere dei veri cristiani non possiamo sempre delegare a Dio la soluzione dei problemi, ma dobbiamo imparare ad affrontarli mettendoci del nostro. Anche quel poco che abbiamo, quei «sette pani e pochi pesciolini», messo nelle mani di Dio diventa tutto quello di cui il mondo ha davvero bisogno. Solo così vivremo una profonda unità tra di noi e saremo degni di sedere all’unica mensa eucaristica. Se accogliamo Gesù nella nostra vita, sarà Dio a saziare la nostra fame, anche quella che non abbiamo il coraggio di ammettere. Buon cammino di Avvento, insieme.
Auguri al mio (con)fratello nel sacerdozio e nella vita! 🎂 ❤️ . #donpietro40
#Vangelodioggi «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli». Siamo in attesa di un piccolo Gesù e oggi il Vangelo ci presenta un Gesù ormai grande che ci invita, però, a farci piccoli. Perché? I piccoli non smettono mai di cercare. Sempre a chiedere il perché delle cose, sempre a stupirsi di quello che li circonda, sempre con gli occhi pieni di meraviglia e il cuore colmo di gratitudine. I grandi, invece, molte volte smettono di cercare perché sono convinti di sapere già tutto e per questo motivo si sentono superiori agli altri. Dio, invece, preferisce gli imperfetti, i piccoli che hanno tanta voglia di crescere, che sono bisognosi di abbracci e che tendono la mano, fiduciosi che qualcuno più grande di loro li aiuterà ad attraversare quella strada, tante volte pericolosa, che la vita gli mette davanti. I piccoli sanno piangere e chiedere aiuto, cercano abbracci e consolazione perché un bacio sulla bua vale più di mille discorsi e aiuta a guarire prima. I piccoli amano sinceramente e, senza troppi giri di parole o complicazioni, sanno farti capire quanto sei importante per loro. I piccoli sanno stupirsi perché godono delle cose semplici, vivendo con una sana ingenuità e spirito critico quello che la vita gli dona. Dobbiamo recuperare la semplicità delle piccole cose, dei gesti, delle parole. Solo con gli occhi e il cuore del bambino che è in noi possiamo riconoscere Gesù che viene e sperimentare il suo amore. Buon cammino di Avvento, insieme.
#Vangelodioggi «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito». L'#Avvento è il tempo della Parola, un'occasione che abbiamo per ritrovare il gusto di leggere e assaporare le Sacre Scritture. È questa Parola che salva il servo del centurione, è questa Parola che può salvare la nostra vita. Tutto sta nel porci nei suoi confronti con l'atteggiamento del centurione: con umiltà e senza dettare le nostre condizioni a Dio. Così facendo scopriremo che il Signore non vuole fare altro che visitare, abitare, la nostra casa, il nostro cuore per donarci una sola cosa: la felicità autentica del sentirsi amati. Ma la Parola non è un tesoro geloso da conservare, o da nascondere sotto terra, come fa il servo della parabola con il talento ricevuto. La Parola, se incarnata, diventa servizio agli altri. Lo sa bene la Vergine Maria che, accogliendo l'annuncio dell'angelo, ha fatto in modo che il Verbo si facesse carne, facendosi serva della Parola. Il centurione conosce il suo limite, ma chiede una Parola soltanto a Gesù, non per sé ma per il suo servo. Anche noi oggi, nonostante i nostri problemi, potremmo spendere una parola buona con chi ne ha bisogno, per dare la possibilità a Dio di visitare quella vita. Buon cammino di Avvento, insieme.
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