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Diario di un seme

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a cura di don Ivan Licinio

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Semi sparsi23 marzo 201814 giugno 2018

I giovani, la Chiesa e la “pastorale scenografica”

In occasione della prossima Giornata Mondiale della Gioventù – giunta alla sua trentatreesima edizione e che quest’anno si celebra a livello diocesano la Domenica delle Palme – Papa Francesco ha sollecitato la Chiesa e la comunità degli adulti a farsi carico delle nuove generazioni e a fare ammenda dei propri errori in relazione ad esse.…

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About me

Ciao!
Mi chiamo Ivan Licinio e sono sacerdote dal 2011 nella Prelatura di Pompei. Sarei il più giovane ma, a causa della mia barba, tutti pensano il contrario! Attualmente offro il mio servizio come Vice Rettore del Santuario della Beata Vergine del Santo Rosario e come Responsabile della Pastorale Giovanile.

Qui troverai qualche mio pensiero in ordine semi sparso o sparso come semi. Si tratta di appunti di viaggio di chi è stato seminato sulla Terra e ora aspetta di vedere il Cielo.

Buon cammino, insieme.

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Caro amico santo ti scrivo…

I carteggi tra il Beato Bartolo Longo, fondatore del Santuario di Pompei, e alcuni dei maggiori santi del suo tempo, da Giuseppe Moscati a padre Pio da Pietrelcina.

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#Vangelodioggi «Con quale autorità fai queste cose?». . I capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo si avvicinano a Gesù mentre si trova nel Tempio a predicare e gli pongono una domanda: «Con quale autorità fai queste cose?». Si riferiscono alla precedente cacciata dei venditori. Evidentemente si considerano i padroni di tutto e pensano che nessuno possa fare nulla senza il loro permesso. Pensano di avere il diritto di controllare tutto. Hanno il vizio di ogni potente: credono che anche gli altri ragionino come loro, che anche gli altri facciano le cose per interesse personale. La loro domanda non è curiosità, ma nasce dal desiderio di mettere in difficoltà Gesù. Ma Gesù li spiazza fornendo loro non una risposta, ma una contro-domanda che li manda in crisi. «Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?». Domanda intelligente, semplice come una colomba e astuta come un serpente! Grazie all’evangelista Matteo, mettiamo a fuoco la mente dei sacerdoti e degli anziani che si trovano spalle al muro. Per questo, per non esporsi, rispondono: «Non sappiamo!». Risposta opportunista, falsa e interessata. L’unico loro interesse era non perdere il potere sulla gente. Questa loro totale mancanza di onestà intellettuale fa sì che non meritino la risposta di Gesù. Cosa dice a noi questo brano? Una cosa molto semplice: accostiamoci a Dio con cuore puro e semplice, con spirito di verità, perché è l’unica strada per far sì che Egli si riveli a noi e riversi su di noi tutto il suo Amore. Buon cammino di Avvento, insieme.
#Vangelodioggi «Elìa è già venuto e non l’hanno riconosciuto». Il popolo ebraico ancora oggi aspetta Elia, tanto da lasciare un posto vuoto a tavola nella cena di Pesach. Eppure, quando è venuto, dice Gesù, non sono stati in grado di riconoscerlo, facendo riferimento a Giovanni Battista. Sarà stato perché Giovanni non rientrava negli schemi di come si immaginava un profeta all'epoca o perché, fondamentalmente, non faceva nulla di eccezionale, tranne che annunciare una nuova possibilità di vita attraverso il Battesimo e preannunciare la venuta del Cristo... Se le cose stanno così, chissà quanti profeti abbiamo incontrato nella nostra vita e non li abbiamo riconosciuti! Quante persone ci hanno incoraggiato a cambiare vita o ci hanno rincuorato trovando sempre il lato positivo delle cose. Per non parlare di tutti quelli che con la loro vita, i loro gesti e la loro testimonianza ci hanno rimandato a Dio, provandone l'esistenza ma soprattutto facendoci sperimentare il Suo amore per noi.Dobbiamo, perciò, allenare gli occhi del cuore per riconoscere i profeti del nostro tempo. Senza andare a caccia del sensazionale o del miracoloso, potremmo accorgerci di avere accanto persone semplici ma che lasciano un segno nella nostra esistenza, soprattutto quando questa si fa più difficile. In questo tempo di Avvento siamo chiamati non solo a vegliare ma anche a svegliare il cuore, affinché ad occhi aperti sappiamo riconoscere la stella che ci indica il cammino e il profeta che grida in quel deserto in cui, tante volte, si trasforma la nostra vita. Buon cammino di Avvento, insieme.
#Vangelodioggi «Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!». Ci sono momenti della vita in cui siamo degli insoddisfatti cronici: non ci va mai bene niente e stiamo sempre a lamentarci di tutto, anche di Dio. Assomigliamo un po’ a quei bambini che non riescono a mettersi d’accordo sul gioco da fare e, alla fine, chi non ottiene quello che vuole mette il muso e si lamenta di tutto e di tutti. Gesù fa lo stesso esempio per descrivere l’atteggiamento dei suoi contemporanei, i quali prima hanno criticato l'eccessiva ascesi di Giovanni Battista e ora, invece, criticano l'eccessivo lassismo del Maestro di Nazaret; cioè, in pratica, dicono che Gesù è poco religioso! Cosa c’è di più ridicolo? Eppure, anche noi quando siamo tutti accartocciati su noi stessi, diventiamo proprio così: ridicoli. Impegnati a piangerci addosso non ci rendiamo conto che c’è chi sta peggio di noi o, viceversa, se le cose ci vanno bene siamo convinti che vadano bene a tutti e i problemi degli altri non ci toccano. Proviamo, oggi, a concentrarci su quanto il Signore ci ha donato, a pensare a tutti i doni che abbiamo ricevuto, alle cose belle che abbiamo vissuto. Con l'aiuto di santa Lucia, che oggi festeggiamo, impariamo a vedere con gratitudine quanto il Signore fa per tutti noi nello specifico. Riconoscere che nelle nostre vicissitudini si dispiega l'opera misteriosa di Dio, a partire da un bambino che nasce, è un'abitudine che può cambiare il nostro modo di iniziare la giornata. Buon cammino di Avvento, insieme.
Anche in camera comincia ad arrivare l’aria di #Natale 🎄 . #artattack #presepesemplicesemplice #unpodinataleanchequi
#Vangelodioggi «Chi ha orecchi, ascolti!». Ascoltare e sentire sono due verbi simili ma che sostanzialmente esprimono due concetti diversi. Sentire vuol dire percepire qualcosa attraverso i sensi: "sento che questa volta andrà bene", “non mi sento pronto”, “sento che è la persona giusta”. Oppure utilizziamo sentire quando non abbiamo udito direttamente una cosa ma ne siamo venuti a conoscenza per “sentito dire”. Ascoltare, invece, nella sua etimologia deriva direttamente dalla parola orecchio e significa porgere attentamente l’orecchio. Ciò significa che per sentire non c’è bisogno delle orecchie ma per ascoltare sì. E noi? Cosa preferiamo ascoltare e cosa invece sentire? Spesso sentiamo gli altri ma ci rammarichiamo se non siamo ascoltati; nei rapporti interpersonali ci sentiamo ma non ci ascoltiamo; basiamo un nostro giudizio su un sentito dire piuttosto che sull’ascolto dei fatti. Oggi Gesù ci chiede di ascoltare a partire dalla grande lezione di vita che Giovanni Battista ci ha donato. Egli ha saputo ascoltare la Parola di Dio e annunciarla agli uomini. La Parola di Dio va ascoltata attentamente così come noi chiediamo a Dio di ascoltare attentamente le nostre preghiere. Ascoltare la Parola di Dio significa farla uscire dal sentito dire o dalle impressioni personali dettate dai sensi. Chi ha orecchi ascolti: il Male esiste ma soprattutto esiste il Bene, che grida nel cuore del mondo ma corre il rischio di non essere ascoltato perché preferiamo sentire il rumore del male. In questo tempo di Avvento impariamo ad ascoltare bene il Bene che Dio ci ha fatto e che continua a farci attraverso la sua Parola. Chi ha orecchi, ascolti! Buon cammino di Avvento, insieme.
#Vangelodioggi «Imparate da me, che sono mite e umile di cuore». . Viviamo sempre di corsa, cercando di essere sempre i primi in tutto, di fare bene ogni cosa, anzi di fare meglio degli altri. Così facendo dimentichiamo quanta bellezza ci sia nella mitezza e nell’umiltà di cuore. Quello che ci chiede Gesù non è una cosa semplice, prendere il suo giogo, imparare da lui. Eppure se riusciamo a prenderlo, a far trainare la nostra vita dalla sua parola, dai suoi insegnamenti potremmo trovare il ristoro. Sembra una contraddizione, imparare da qualcuno che è stato ucciso su una croce; prendere un giogo su di sé. Questo normalmente non porta a star bene eppure chiunque abbia sperimentato l’umiltà di Cristo, la sua vicinanza nei momenti di difficoltà capisce cosa vuol dire. Capisce che sono proprio quei momenti duri, scuri, cupi che ci fanno capire quanto sia bella la luce, che ci fanno apprezzare davvero il ristoro di Cristo. L’Avvento è proprio un cammino che dal buio ci conduce alla luce, dalla notte ci accompagna verso un nuovo giorno. Lasciamoci illuminare dalla luce del Signore che viene soprattutto a far chiarezza in quelle parti oscure della nostra storia. Prendere il suo giogo, allora, vorrà dire imparare ad essere felici a partire dalle nostre fragilità. . Buon cammino di Avvento, insieme.
A chi è tormentato dal passato. Riconciliati con il passato. L'albero non vorrebbe ritornare seme, eppure quando lo era pensava che i suoi giorni fossero finiti sotto terra. Non sapeva quello che sarebbe diventato e i frutti che avrebbe portato. Quello che resta del seme sono solo le radici, mentre il fusto ora si slancia solenne verso il cielo. Così è per il tuo passato. È solo una radice, quello da cui provieni non per forza quello che sei. Le radici sono importanti, è vero, ma non sono tutto, se ne possono mettere altre in nuovi terreni. Fondamentale è il tuo impegno a crescere ogni giorno, ad orientarti verso la luce, a portare sempre frutto. Come il seme muore per far spazio a ciò che deve diventare, fai morire quella parte del tuo passato che ancora ti tiene sotto terra. Sboccia finalmente e sii ciò che sei chiamato a diventare. Bellezza. #scritturebrevi #attacchidipenna
#Vangelodioggi «Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda». . Rileggere il brano del buon pastore del tempo di Avvento ci dona la possibilità di entrare nel mistero dell’incarnazione e di comprenderlo meglio. Mentre noi siamo in cammino per trovare Gesù nella grotta, scopriamo che Gesù viene per cercare ogni uomo, soprattutto quelli più lontani. Non è un caso che i primi ad essere accolti alla grotta siano proprio i pastori e i magi: due lontananze. I primi allontanati dalla società a causa del loro mestiere e della loro condizione sociale; i secondi lontani geograficamente ad indicare che Gesù è venuto a cercare tutti gli uomini del mondo. Commuove quasi questo desiderio folle di Dio di cercare l’uomo, di stare insieme con lui, di amarlo a tutti i costi anche se questo significa assumere la nostra stessa natura, fuorché nel peccato dal quale è venuto a salvarci. L’uomo non può fare a meno di Dio ma neanche Dio può fare a meno dell’uomo. In questo tempo di Avvento lasciamoci trovare da Dio, diamo a Lui la possibilità di venirci a prendere nelle nostre lontananze, lì dove non avvertiamo più la vicinanza dell’uomo, la vicinanza dell’amore. Tante volte facciamo l’esperienza di essere allontanati o di allontanare; di sentirci lontani da chi amiamo ma anche dalla verità di noi stessi. Gesù viene per indicarci una nuova strada, per riportarci a casa. Se ci lasciamo prendere per mano da Gesù impareremo a seguire la volontà del Padre e scopriremo la gioia di essere figli nel Figlio. Buon cammino di Avvento, insieme.
#Vangelodioggi Lo calarono con il lettuccio davanti a Gesù nel mezzo della stanza... . Ci sono tre cose che mi colpiscono nell'episodio evangelico di oggi. La prima è la perseveranza degli uomini che, pur di portare a Gesù il paralitico, addirittura salgono sul tetto e lo calano per le tegole. Questa cosa stupisce Gesù al punto di dire: «Uomo, ti sono perdonati i tuoi peccati». Quando l'amicizia è vera fa di tutto per salvarti la vita! La seconda cosa è la capacità di questi uomini di mettere l'amico paralitico nel mezzo della stanza, cioè di metterlo al centro dell'attenzione di tutti. I cristiani dovrebbero sempre essere quelli capaci di mettere gli ultimi al centro dell'attenzione del mondo, anche se per fare questo devono scoperchiare i tetti del perbenismo e dei luoghi comuni. La terza ed ultima cosa che mi incuriosisce riguarda la guarigione del paralitico. Perché Gesù chiede al paralitico, ormai sano, di prendere il suo lettuccio? Quella barella è il segno della malattia ed è la prima cosa di cui ciascuno di noi, nelle condizioni del paralitico, si libererebbe. Eppure Gesù chiede di portarla con sé, perché dopo essere stati "guariti" non dobbiamo mai dimenticare chi eravamo e quanto grave fosse la nostra condizione prima dell'intervento di Dio nella nostra vita.Ognuno di noi porta con sé il suo personalissimo lettuccio. C'è chi è ancora lì sopra, paralizzato da tante situazioni, e chi se n'è disfatto troppo in fretta. Invece quando incontri chi se lo porta dietro, stai sicuro che quello è un uomo che sa "glorificare Dio" con la sua vita. In questo Avvento lasciamo che Dio ci guarisca dalle nostre paralisi ma non ci liberi dai lettucci, così da poter ricordare sempre quando è stato grande il suo amore per noi. . Buon cammino di Avvento, insieme.
Maria insegnaci la tua umiltà. Insegnaci la tua fiducia. Fa che il Signore possa trovare anche in noi una dimora accogliente. La nostra vita sia capace di dire sempre "eccomi" davanti al progetto di Dio e, così, cambiare la Storia. #immacolata
Il 7 dicembre 2011 sono stato ordinato sacerdote. Ancora oggi non mi capacito del dono ricevuto e spesso, dopo 8 anni, proprio come feci la sera dell'ordinazione, mi rivolgo a Lui, occhi al cielo, per dirgli: ma tu sei sicuro di aver fatto la scelta giusta? Non ho ancora ricevuto una risposta ma ogni volta che ho toccato con mano i miei limiti, ho trovato la Sua mano a risollevarmi e quella gioia intima della scelta sacerdotale, nonostante le difficoltà e le delusioni, resta in me come una luce che riscalda, guida e sostiene il mio cammino. Prego affinché altri giovani possano sperimentare la stessa gioia e chiedo a voi, se potete, di fare una preghiera per me in questo giorno. Continuiamo questo cammino, insieme.
#Vangelodioggi «Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino». . Il luogo preferito da Gesù per annunciare l’amore del Padre è sempre stato la strada. Perché è lì che si incrociano volti e storie degli uomini e delle donne desiderosi di salvezza, ansiosi di trovare un senso al loro andare frenetico o faticoso. La strada diventa, così, quasi un luogo sacramentale dove è possibile incontrare Dio per mezzo di Gesù. Non a caso Egli stesso si definirà la Via per conoscere la Verità e la Vita. Gesù stesso si fa strada per unire l’umanità a Dio e così realizzare già sulla terra il regno dei cieli. È normale, perciò, che chieda anche ai suoi discepoli di fare altrettanto: di predicare «strada facendo». Ma non si tratta solo di belle parole ma di azioni concrete visto che la strada, a differenza delle cattedre, è reale, non è fatta di teoria. Allora Gesù ci chiede di predicare con la nostra vita, guarendo gli infermi, risuscitando i morti, purificando i lebbrosi, scacciando i demòni. Ognuno di noi può obiettare dicendo di non esserne capace, ma in realtà a volte non ci vuole un miracolo per guarire interiormente un malato, basterebbe dedicargli attenzione, ascoltarlo, volergli bene; così come possiamo risuscitare chi è morto dentro semplicemente con un abbraccio inaspettato, con un dono improvviso o perdonandolo per le sue colpe; purificare i lebbrosi, invece, vuol dire purificare i pregiudizi su quanti oggi sono emarginati o esclusi come lo erano i lebbrosi all'epoca di Gesù; infine tutti abbiamo dei demoni da scacciare da noi stessi o dagli ambienti nei quali viviamo. Non possiamo tirarci indietro dal fare tutto questo, né pretendere qualcosa in cambio perché gratuitamente abbiamo ricevuto, gratuitamente dobbiamo dare. Così come gratuitamente abbiamo ricevuto da Dio il dono del suo Figlio Gesù. Lungo questo cammino di Avvento impariamo ad essere autentici discepoli da strada. Buon cammino d’Avvento, insieme.
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DIARIO DI UN SEME – Appunti di viaggio di chi è stato seminato sulla Terra e aspetta di vedere il Cielo

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