Lettera agli studenti per il nuovo anno scolastico 2021/2022

Ciao ragazzi!

Anche quest’anno ci vediamo attraverso un videomessaggio nella speranza di poterci incontrare presto di persona e guardarci nuovamente negli occhi.

Ecco, credo proprio che il ri-trovarsi a scuola, incontrarsi, intrecciare gli sguardi con i compagni sia la cosa più importante per vivere insieme questo nuovo e inedito anno scolastico.

È vero che quest’anno avrete qualche difficoltà in più, magari nell’arrivare a scuola, nel mantenere il distanziamento o quando dovrete aprire le finestre per aerare l’aula in pieno inverno! Tuttavia non dimenticate mai quel deserto di relazioni che lentamente ci stiamo mettendo alle spalle, quel disorientamento, quella paura e le mille domande che il Covid ha instillato nel cuore di ciascuno di noi. Dietro lo schermo delle lezioni online, avete fatto esperienza della mancanza. L’altro era lì ma dall’altra parte, in una realtà virtuale che ha fatto desiderare la sua presenza reale, lo stare insieme, il condividere il gioco, il sapere, il pane, le risate.

Ma oggi inizia un giorno nuovo, non solo per voi ma anche per tutti quelli che nel suono della campanella avvertono la ripartenza del Paese. In particolare vorrei che nei miei auguri possiate sentire la cura e il sostegno, il mio esservi accanto e camminare con voi lungo la stessa strada.

In passato avete immaginato la scuola come anni di prigione, oggi avete imparato bene che anche le mura di casa possono assomigliare ad una prigione. La pandemia vi ha fatto sperimentare per la prima volta la privazione della libertà, facendovi apprezzare quanto essa sia preziosa e mai scontata. Ultimamente si sente parlare tanto di libertà, a volte anche a sproposito, perciò mi scuserete se anche io vi invito a frequentare la scuola come un luogo dove vivere ed esercitare la libertà. La libertà è il potere di fare ciò che è bene, non ciò che piace; forse non la si può spiegare ma certamente la si può imparare.

Studiate, allora, non per avere un bel voto ma per imparare ad essere veramente liberi, per non farvi imporre l’idea di libertà che hanno gli altri. Credo che sia meglio avere una mascherina che una maschera tipo quella della Casa di Carta: lì sono tutti uguali, senza identità e senza la possibilità di distinguere i buoni dai cattivi. Lo studio, invece, vi dona la possibilità di esprimere la vostra unicità perché stimola quei doni speciali che ognuno di voi ha ricevuto. Non preoccupatevi delle aspettative che gli altri hanno su di voi e quando non riuscirete a farcela sappiate che anche in quel caso state esercitando la libertà: quella suprema di sbagliare che appartiene solo alla giovinezza. La scuola deve lasciarvi liberi di cadere perché ha il compito di insegnarvi come rimettervi in piedi ogni volta, attraverso la letteratura, l’arte, la fisica e tutte le altre materie.

Voi però dovete essere curiosi e pronti a lasciarvi stupire perché, lo sapete già, non siete «vasi da riempire ma fiaccole da accendere» affinché nella vostra vita e in quella dell’umanità non ci sia nessuna notte invincibile. Se oggi riusciamo a vedere quella famosa luce alla fine del tunnel è grazie a donne e uomini che come voi, tanti anni fa, hanno iniziato la scuola con il vostro stesso desiderio di fare la differenza.

Da quest’anno, poi, oltre alla scuola avete a disposizione un altro luogo dove continuare a sentirvi liberi: è il C’entro, lo spazio giovani in Piazza Schettini dedicato al beato Carlo Acutis. Qui troverete sempre qualcuno disposto ad accogliervi con le vostre fragilità e le vostre risorse infinite. Amici capaci di starvi accanto, di capire i vostri bisogni, di darvi il tempo dell’ascolto e lo spazio del racconto. C’entro è stato ideato e allestito dai giovani per i giovani affinché ognuno possa sentirsi a casa.

Spero di potervene parlare presto di persona o di incontrarci al C’entro, nel frattempo rinnovo i miei auguri per questo nuovo anno scolastico a voi, alle vostre famiglie e in particolare ai Dirigenti scolastici, ai Docenti, al personale scolastico i quali hanno dovuto reinventare un modo nuovo di starvi accanto, di farvi crescere in sapienza e conoscenza. A tutti giunga la mia benedizione e ricordate: fare ciò che si ama è libertà, amare ciò che si fa è felicità.

Siate felici, buon anno scolastico!

Posted by:don Ivan Licinio

Classe 1983, sacerdote della Prelatura territoriale di Pompei dal 2011. Attualmente Vice Rettore del Pontificio Santuario della Beata Maria Vergine del Santo Rosario e Incaricato del Servizio per la Pastorale Giovanile. Autore di diverse pubblicazioni, il mio ultimo libro è "Se anche la fede è tra le Stranger Things" - Una serie TV per ogni stagione della gioventù, edito da Effatà editrice.

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