Cari ragazzi,
una cosa è certa: voi sarete per sempre i maturandi del 2020!
Questa è la prima cosa che ho pensato nell’immedesimarmi in voi e nel vostro stato d’animo alla viglia di questa maturità così strana e allo stesso tempo singolare.
Sebbene si presenti più semplice, l’esame di quest’anno rientra in uno dei momenti più difficili per la storia dell’umanità. Molti di voi si apprestano a farlo con un carico maggiore di ansia ed emozioni contrastanti. Penso, ad esempio, a quelli che hanno perso le persone care che avrebbero voluto affianco in questo traguardo; ma penso anche al clima di incertezza che accompagna, oggi più che mai, questo passaggio così importante della vostra gioventù.
Comunque non voglio annoiarvi con le solite riflessioni sulla pandemia o con gli inviti paternalistici a dare il meglio di voi. Voglio solo dirvi che vi penso e che prego per voi in questo momento.
Una cosa però ve la chiedo: non trasformate tutto questo in una semplice parentesi della vostra vita.
Abbiamo imparato, a nostre spese, una lezione che avevamo dimenticato e cioè che da soli non si va da nessuna parte. Nel pensare al vostro futuro non dimenticatelo.
C’è un gran bisogno di persone che dimostrino maturità con le loro scelte di vita più che con un esame, per quanto importante esso sia. In questo tempo difficile, tutti siamo chiamati a fare delle scelte, anche dolorose, ma dalle vostre dipenderà l’umanità che vogliamo ricostruire dopo questa tragedia. Mettete a disposizione i vostri talenti per il bene di tutti e impegnate le vostre energie per amare e lasciare questo mondo migliore di come noi adulti ve lo abbiamo fatto trovare.
Carissimi, vi auguro di avere delle serie occasioni per fermarvi a riflettere sul vostro futuro, anche – perché no? – alla luce del Vangelo, e di raccogliere tutti i frutti del vostro impegno durante questi anni scolastici. Quando affronterete l’esame di maturità, ne sono certo, darete prova di saper essere ciò che siete. Ma sarà la vita il vostro esame più grande e lì, ne sono ancora più certo, saprete fare la differenza.
Scriveva Antoine de Saint-Exupéry ne Il Piccolo Principe: «Non chiedo miracoli o visioni, ma la forza di affrontare il quotidiano». Affrontate l’oggi e cambiate il domani, davvero e una volta per tutte!

Un abbraccio, o meglio, una “gomitata” a tutti voi!

Posted by:don Ivan Licinio

Classe 1983, sacerdote della Prelatura territoriale di Pompei dal 2011. Attualmente Vice Rettore del Pontificio Santuario della Beata Maria Vergine del Santo Rosario e Incaricato del Servizio per la Pastorale Giovanile. Autore di diverse pubblicazioni, il mio ultimo libro è "Se anche la fede è tra le Stranger Things" - Una serie TV per ogni stagione della gioventù, edito da Effatà editrice.

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