COMMENTO AL VANGELO DELLA V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO /A –
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
VANGELO DI MATTEO (5,13-16)
«Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.
Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».
Che sapore ha la fede?
Nel vecchio rito del Battesimo veniva utilizzato il sale, simbolo di sapienza, ma anche segno che da quel giorno si riceveva il compito di dare sapore alla vita diventando uomini e donne capaci di portare Dio nel mondo, testimoniandolo in parole e opere. D’altronde le parole sapienza e sapore hanno la stessa radice etimologica perché bisogna sapere come dare sapore, saper essere sapore.
Arrivano sempre nella vita dei momenti scialbi, periodi durante i quali perdiamo il gusto di fare le cose o non sappiamo dare un sapore alle nostre relazioni. Non siamo né carne né pesce, né freddi né caldi ma da credenti non possiamo dimenticare che in un versetto dell’Apocalisse è chiaramente scritto che Dio non digerisce i tiepidi (cfr. Ap 3,16). Perciò non possiamo indugiare a lungo in questi momenti insipidi ma dobbiamo attraversarli con la forza della fede, ricordando che il Signore ci ha affidato un compito e un posto preciso: essere dalla parte della luce, fra quelli che danno un sapore nuovo al mondo attraverso la loro vita vissuta evangelicamente.
Ma quanto è difficile! Lo è sempre stato, ma oggi in modo particolare il mondo ci mette subito in croce quando non testimoniamo la Croce. Al contrario se riusciamo ad incarnare il Vangelo dando sapore ai nostri gesti quotidiani, diventiamo luce e sale della terra. Testimoni di qualcosa di concreto, accessibile a tutti e che si costruisce un passo alla volta: la santità. Non abbiamo alibi per sottrarci a questo compito né dobbiamo aspettare di essere perfetti per annunciare Cristo. Ce lo ricorda San Paolo quando dice ai corinzi: «Mi presentai a voi nella debolezza e con molto timore e trepidazione» (cfr. 1Cor 2,3).
Tutti noi, perciò, possiamo essere testimoni della gioia del Vangelo a partire dalle piccole cose, senza esagerare. Infatti, basta un pizzico di sale per dare sapore, al contrario, se esagerassimo, si rovinerebbe tutto. Sbaglia chi pensa di dover trasformare tutta la realtà in sale! Non importa il numero dei cristiani che riempiono le nostre chiese ma quanti, mescolandosi con il mondo, sono capaci di una testimonianza credibile.
Pensate a quale gesto potete fare – o evitare di fare – per diventare, giorno dopo giorno, sempre più un testimone credibile, sale e luce del cuore dell’altro, del mondo che vi circonda. Non arrendiamoci alle realtà sciapite e insapori che molte volte la vita ci presenta come valide e gustose; non arrendiamoci alla notte dei valori che ci viene imposta come unica strada verso la luce del progresso. Non dobbiamo permettere che il male sia normale.
Rendiamo appetibile la nostra fede e luminosa la nostra testimonianza, perché il giorno in cui anche i cristiani saranno spenti, insignificanti e non bruceranno più d’amore, il mondo morirà di freddo.
Buon cammino, insieme.

Perché non mi arrivano più i commenti?
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Ciao! In questo tempo di Quaresima curo il progetto GOD morning. Il commento al Vangelo del giorno lo trovi sul sito http://www.gmpompei.it
Un abbraccio!
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