Testo della meditazione tenuta al Buongiorno a Maria sul tema: Il Rosario, preghiera della Chiesa “madre”.
Il “Buongiorno a Maria” è un breve momento di preghiera che accompagna, nei mesi di maggio ed ottobre, l’apertura del Quadro della Vergine del Santo Rosario di Pompei ogni mattina alle 6.30. Si medita sulla Parola di Dio a partire da una tematica specifica e si prega una decina del Rosario prima di affidarsi alla Vergine per mezzo della preghiera detta “Piccola Supplica”. Il tutto dura circa 30 minuti ed è anche trasmesso in diretta su TV2000.
Tua madre era come una vite
Ezechiele (19,10-11)
piantata vicino alle acque.
Era rigogliosa e frondosa
per l’abbondanza dell’acqua.
Ebbe rami robusti,
buoni per scettri regali;
il suo fusto si elevò
in mezzo agli arbusti,
mirabile per la sua altezza
e per l’abbondanza dei suoi rami.
La Chiesa è una mamma che ci vuole felici
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Oggi riflettiamo insieme sull’immagine della Chiesa come madre e su come il Rosario può aiutarci a vivere la maternità della Chiesa. A me piace tanto questa immagine della Chiesa come madre perché credo che ci dica non solo come è la Chiesa, ma anche quale aspetto dovrebbe avere sempre di più. Guardando il volto di tante mamme presenti qui in Santuario stamattina e conoscendo tutto quello che fanno, che vivono, che soffrono per i propri figli, vorrei sottolineare tre cose.
Che cosa fa una mamma? Tantissime cose, lo sappiamo, ma prima di tutto una mamma insegna a camminare, educa ad andare bene nella vita, sa come orientare i figli e cerca sempre di indicare la strada giusta per crescere e diventare adulti. E lo fa con tenerezza, con affetto, con amore, anche quando deve raddrizzare qualche sbandamento nella vita dei figli. Una mamma non insegna mai ciò che è male, vuole solo il bene dei figli, e così fa la Chiesa.
La seconda cosa: quando un figlio cresce e diventa adulto, prende la sua strada ma a volte capita che cada e si faccia male. La mamma, in ogni situazione, ha sempre la pazienza di continuare ad accompagnare il figlio. Ciò che la spinge è la forza dell’amore; una mamma sa seguire con discrezione il cammino dei figli e, anche quando questi sbagliano, trova sempre il modo per comprendere, per essere vicina, per aiutare. La Chiesa è così, è una mamma misericordiosa, che capisce, che cerca sempre di aiutare e di incoraggiare. Di fronte ai suoi figli che hanno sbagliato e che sbagliano, non chiude mai le porte della Casa; non giudica, ma offre il perdono di Dio, offre il suo amore che invita a riprendere il cammino. Anche se i suoi figli sono caduti in un baratro profondo, la Chiesa non ha paura di entrare nel buio dell’anima e della coscienza, per ridare speranza. Perché la Chiesa è madre e non si arrende.
Un ultimo pensiero. Una mamma sa anche chiedere, sa bussare ad ogni porta per i propri figli. Penso a come le mamme sanno bussare anche e soprattutto alla porta del cuore di Dio! Le mamme pregano tanto per i propri figli, specialmente per quelli più deboli, per quelli che hanno più bisogno. Noi tutti siamo figli e abbiamo una mamma speciale che è Madre e modello della Chiesa: la Vergine Maria. Ella, da Madre dell’umanità, sa bussare per noi al cuore del figlio suo Gesù. Attraverso la preghiera del Rosario, la preghiera alla Mamma celeste, siamo sicuri di essere ascoltati da Gesù perché «la Vergine Madre – come scriveva il servo di Dio Francesco Saverio Toppi – non finalizza a se stessa la nostra preghiera a Lei, ma la trasmette immediatamente al Figlio, se ne fa nostra interprete e mediatrice, la arricchisce e la potenzia con la sua preghiera» (F. S. Toppi, da Il Rosario e la Nuova Pompei, 6 giugno 1997). Il Rosario, perciò è preghiera di figli che sono sicuri di essere ascoltati da Dio per mezzo della Vergine Madre e, allo stesso tempo, il Rosario diventa preghiera della Chiesa perché, oltre ad essere una «catena dolce che ci annoda a Dio» è anche una «catena d’amore che ci fa fratelli» della stessa famiglia, cioè della Chiesa.
Vediamo sempre la Chiesa come una mamma buona e non, come dice Papa Francesco, come un “negozio”. Sull’esempio di Maria, la Chiesa ci indica la strada da percorrere nella vita, sa essere sempre paziente, misericordiosa e sa metterci nelle mani di Dio. Ma, soprattutto, non dimentichiamo che la Chiesa siamo noi, la Chiesa ha il volto di ogni battezzato e non solo quello del Papa, dei Vescovi, dei preti o delle suore. Tutti noi, perciò, dobbiamo mostrare il volto materno della Chiesa; tutti noi, come Maria, dobbiamo essere capaci di generare Gesù nelle nostre azioni e nelle nostre parole.
A conclusione di questo mese missionario straordinario, non dimentichiamo che come Chiesa siamo mandati a portare a tutti Cristo e il suo Vangelo; non portiamo noi stessi, la Chiesa porta Gesù con la stessa sollecitudine di Maria quando è andata a visitare Elisabetta. Impariamo, perciò, a vedere la Chiesa come una mamma che ci vuole felici e affidiamoci sempre alla Madre della Chiesa: «Maria, donna dell’azione, fa’ che le nostre mani e i nostri piedi si muovano ‘in fretta’ verso gli altri, per portare la carità e l’amore del tuo Figlio Gesù, per portare, come te, nel mondo la luce del Vangelo. Amen» (Papa Francesco).
Buon cammino, insieme.
