– COMMENTO AL VANGELO DELLA XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO /C –

In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli:
«Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?
Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà
all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza».

VANGELO DI LUCA (16,10-13)

Amare e servire

Amare e servire: ecco una stupenda sintesi della vita cristiana. Ma amare chi? Che cosa? Chi ha un po’ di familiarità con il Vangelo conosce la risposta. Se amiamo il denaro allora ne diventeremo schiavi. Il vero discepolo trova l’amore nel servire l’altro con gesti concreti di attenzione che coinvolgono tutto quello che ha.

Un amore che non si fa servizievole non è amore vero. Gesù lo ha dimostrato con la sua vita, non solo a parole, ma morendo sulla croce. Chi impara a servire per amore conosce a quante piccole morti quotidiane va incontro, ma allo stesso tempo si prepara all’incontro con il Signore da uomo libero: non solo perché ha lasciato tutto a tutti, ma perché non ha più niente che lo lega a questa terra, se non il bene che lascia nel cuore di chi ha servito.

Ecco perché Gesù oggi ci invita a non affannarci per le cose della terra, a non preoccuparci per quello che ci serve ma ad impegnarci a servire. Tutto quello che accumuliamo non potrà allungare di un solo giorno la nostra vita, ma tutto quello che facciamo con amore ci farà guadagnare la vita eterna.

Agli occhi di Dio valiamo non per quanto possediamo ma per quanto amiamo. Imitando l’amore di Dio per noi possiamo costruire il suo Regno già su questa terra e tutto quello di cui abbiamo davvero bisogno ci sarà dato in aggiunta, verrà da solo. Per quanto difficile sia da credere o da mettere in pratica, è quello che ci viene chiesto di fare. Affidiamoci a Dio con tutte le nostre forze senza lasciarci sopraffare dalle preoccupazioni, – anche legittime – ma confidando nella sua premura di Padre che non fa mai mancare ai figli ciò di cui necessitano.

Buon cammino, insieme.

Posted by:don Ivan Licinio

Classe 1983, sacerdote della Prelatura territoriale di Pompei dal 2011. Attualmente Vice Rettore del Pontificio Santuario della Beata Maria Vergine del Santo Rosario e Incaricato del Servizio per la Pastorale Giovanile. Autore di diverse pubblicazioni, il mio ultimo libro è "Se anche la fede è tra le Stranger Things" - Una serie TV per ogni stagione della gioventù, edito da Effatà editrice.

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