SOLENNITÀ DEL SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO /C
In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure. Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta». Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti. Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.
Vangelo di Luca (9,11-17)
Da quel lontano 1263, anno del miracolo eucaristico di Bolsena che è stato all’origine dell’odierna solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, continuiamo a porci questa domanda: quanto l’Eucarestia incide sulla nostra vita? Trattandosi della nostra partecipazione al banchetto pasquale credo che per rispondere autenticamente dovremmo chiederci, innanzitutto, qual è la nostra fame.
FAME DI PANE
Tutto iniziò con la fame per una mela, tanto desiderata, ma che alla fine non era tutto questo ben di Dio! Tutto continua rincorrendo e lottando per un pane, da quello quotidiano a quello superfluo. Ma c’è pane e pane. C’è anche un pane che non sazia. Sei alla continua ricerca di ciò che ti soddisfa, che finalmente ti appaga facendoti sentire unico e importante, facendoti stare bene con te stesso. Cerchi la bellezza, la ricchezza, il benessere, la felicità? Eppure, quando in parte le hai trovate e le assapori, non riesci a saziartene e ne vuoi di più. Cerchi la fama ma continui ad aver fame. Così la vita si trasforma in una ricerca continua, a volte disperata, di qualcosa che possa riempire di senso i nostri giorni.
FAME DI AMORE
Abbiamo continuamente fame di amore, di qualcuno che ci aiuti a credere ancora nella sua forza, soprattutto nei momenti più delicati della nostra vita. Abbiamo bisogno ancora oggi di chi, spalancando le sue braccia, dona la sua vita per amore. Sentirsi amati, essere importanti per qualcuno è la prima fame. Non importa quello che fai, quello che dici, ma fallo e dillo con amore. Ti voglio bene; Per me sei importante; Grazie per quello che fai per me; possono essere ingredienti di un pane che fa bene al cuore e all’anima. Perciò non essere timido né avaro nel manifestare i tuoi sentimenti all’amico o, meglio ancora, verso la persona amata.
Eppure senti che, per quanto questo pane possa riempire il cuore, non sei ancora del tutto sazio. Ricomincia la tua ricerca.
FAME DI DIO
Ci hai creati per te e il nostro cuore è senza pace finché non riposa in te (Sant’Agostino). Ed è proprio vero. La tua fame ha radici profonde. È fame di cielo. È fame di eternità. È fame di Dio!
Gustate e vedete come è buono il Signore (Sal 33). È solo Lui che ci può donare il pane che cerchiamo, non il pane effimero di cui si nutrì il popolo ebraico nel deserto, (la manna), ma quel pane vivo disceso dal cielo che in quella zona deserta nella quale si trasforma molte volte la nostra esistenza, sazia ogni fame, riempie d’amore ogni cuore: Gesù! E chi ci separerà dall’amore di Cristo? Niente e nessuno!
Hai finalmente trovato, non hai più fame.
Ma ora è Dio che ha fame di te.
FAME DELL’ALTRO
«Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci».
Pensi di avere poco da donare agli altri? Cinque pani e due pesci, che saranno mai per saziare la fame di coraggio, di consolazione, d’affetto, di speranza di quelli che ti circondano?
Tu vedi cinque e due, Dio vede cinque più due: sette. E, nel linguaggio biblico, il sette indica la pienezza. Allora metti nelle mani di Gesù quello che pensi sia il tuo poco, e Lui lo moltiplicherà affinché diventi pienezza di vita per te e dono da condividere in abbondanza con gli altri. Solo quando avrai spezzato il pane con il fratello, solo quando avrai dato te stesso fino all’ultima briciola per sfamare l’altro, ti accorgerai di non aver più fame perché sarai sazio di gioia. Di gioia vera!
Buon cammino, insieme.
