DOMENICA DELLE PALME /C
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Beato chi è asino!
Iniziamo oggi l’ultimo tratto del nostro cammino verso la Pasqua. Forse è quello più difficile, più impegnativo perché coinvolge i nostri sentimenti, la nostra fragilità, il nostro cuore, insomma tutta la nostra vita.
Siamo accanto a Gesù mentre istituisce l’Eucarestia, nell’ora della sua preghiera angosciata nell’orto degli ulivi, nel Pretorio e poi sul Golgota, sotto la croce.
Chi siamo noi nel racconto della Passione?
Giuda che tradisce l’amore di Gesù o Pietro che lo rinnega?
Il Sommo Sacerdote che giudica o Barabba che specula su un innocente?
Pilato che se ne lava le mani o le figlie di Gerusalemme che piangono su Gesù?
Chi siamo noi nella vita di tutti i giorni?
Con Pirandello potremmo dire uno, nessuno e centomila perché la realtà è che in ognuno di noi c’è un po’ di tutti questi personaggi citati nel brano della Passione secondo Luca.
Peccato che la nostra attenzione si fermi solo sui “vip” di questo brano e poco sui migliori attori non protagonisti e sulle meravigliose immagini che Luca presenta.
ASINI
Io, ad esempio, sono affascinato da un personaggio poco considerato. In questa Settimana Santa, ma nella vita in generale, vi auguro di essere asini. Sì, asini! Gente di cui il Signore ha bisogno. Uomini e donne slegati, liberati da Gesù. Che ognuno di noi possa portare il Signore, introdurlo nella Gerusalemme del nostro cuore, con umiltà e semplicità. Mettiamo da parte la nostra autosufficienza, il nostro orgoglio, i nostri pensieri contorti, così da lasciare spazio a Gesù per entrare nella nostra vita. Non sottovalutate gli asini, anche loro hanno fierezza e portamento. Non saranno cavalcati da Re o Regine, da Principi o Cavalieri, ma la loro nobiltà sta nell’essere l’aiuto del lavoratore, il sostegno del viandante, il nutrimento del povero, la compagnia del semplice. Ecco come dovremmo essere anche noi: asini! Il racconto della Passione di Gesù sovverte l’ordine naturale delle cose: gli asini diventano purosangue e il sangue puro di Gesù diventa oggetto di scherno.
SEPOLCRI
L’altra immagine da tener presente per vivere al meglio la Settimana Santa è quella del sepolcro. Custodiamo Gesù nel nostro cuore, lasciamo che venga riposto dentro di noi il suo corpo martoriato, così da poter meditare a fondo proprio su quelle ferite: sulle mani e i piedi forati, sul costato aperto, sulle ferite dovute alla corona di spine e alle frustate dei soldati romani. Quanto amore c’è in quelle ferite! Un amore vero si misura dall’intensità del dolore che si è disposti a sopportare. Quelle ferite sono la più bella lettera d’amore che Dio abbia mai potuto scrivere a ciascuno di noi! Nel sepolcro del nostro cuore accogliamo questa morte per amore, questa morte che ci insegna la vita, quest’uomo che è stato riconosciuto Figlio di Dio per il modo in cui è morto e non per come ha vissuto. Però diventiamo sepolcri solo part-time perché senza quella morte non potemmo sperimentare la resurrezione, la luce nuova della vita vera. Diventiamo sepolcri solo perché desideriamo con tutto il cuore incontrare Cristo Risorto, che scaraventa via quell’enorme pietra rotolata a chiusura del nostro cuore: quel macigno che ognuno di noi si porta dentro e che non fa più entrare la luce, la speranza, la vita. “Chiediamo al Signore questa grazia: che il nostro cuore diventi libero e luminoso, per godere la gioia dei figli di Dio”. (Papa Francesco).
Auguri per una buona Domenica delle Palme e di una santa Settimana Santa!
Mi raccomando: le palme (o i rami di ulivo) che avete preso oggi durante la Messa, non tenetele tutte per voi! Se davvero vogliamo vivere appieno questa giornata, abbiate la forza e la fede di portare un rametto, non solo agli anziani o agli ammalati che oggi non hanno potuto partecipare alla liturgia, ma soprattutto portate un ramoscello proprio ai vostri “nemici”: c’è una vicina, un amministratore di condominio, un fratello, una sorella o un figlio che aspetta da voi un gesto di pace, un perdono.
Aprite le braccia esattamente come ha fatto Gesù sulla croce e accogliete nuovamente nella vostra vita quanti, per un motivo o per un altro, avete escluso.
E allora sarà davvero Pasqua!
Buon cammino, insieme.
