Sono arrivato affannato a questo Mercoledì delle Ceneri. Paradossalmente sono stato preso da mille cose da fare proprio in preparazione alla Quaresima. Ho realizzato solo stamattina, mentre imponevo le ceneri ai bambini delle scuole, che quella polvere sulle mie dita dava l’inizio ad un tempo di grazia.
Credo che questa condizione di perenne corsa contro il tempo sia comune a tanti fratelli e sorelle e il rischio di non riconoscere la diversità di questo mercoledì rispetto agli altri è molto concreto. Da un lato l’abitudine, dall’altro la distrazione, la Quaresima può iniziare in sordina o entrare nel nostro cuore dalla porta di servizio.
Ma, a pensarci bene, forse non è così sbagliato…
La Quaresima passa per la porta di servizio
La porta di servizio è proprio l’ingresso giusto per far entrare nel nostro cuore la grazia quaresimale perché è proprio il servizio quello che questo tempo ci chiede. Per aprire questa porta speciale ci sono tre tipi di chiavi (o di parole chiave): la preghiera, il digiuno e l’elemosina. Che vale a dire: servizio a Dio, a se stessi e al prossimo. Queste chiavi appartengono tutte allo stesso mazzo perché sono legate fra loro.
Nella preghiera, infatti, riconosco o recupero la mia relazione con Dio. Pregare non vuol dire biascicare parole ma intessere un rapporto profondo e fecondo con Dio, mettermi a servizio della sua Parola e realizzare il progetto che ha su di me. Per dare spazio a questa relazione con Dio sono chiamato a privarmi di tutto quello che può distrarmi, a digiunare da ciò che apparentemente riempie la mia vita ma non sazia la fame autentica di felicità e amore che mi porto dentro. Servire se stessi significa, perciò recuperare se stessi e ridare un senso alla propria esistenza alla luce della Parola di Dio. Tutto questo converge nel servizio all’altro, che non è semplicemente elemosinare il superfluo ma condividere il necessario. Nel servire l’altro, servo Dio e servire l’altro serve a me stesso. Ecco perché preghiera, digiuno ed elemosina sono tre chiavi di un medesimo mazzo, perché tutte, ognuna a modo suo, aprono la porta del servizio, dietro la quale c’è l’autentica felicità.
Digiunare, cioè imparare a cambiare il nostro atteggiamento verso gli altri e le creature: dalla tentazione di “divorare” tutto per saziare la nostra ingordigia, alla capacità di soffrire per amore, che può colmare il vuoto del nostro cuore. Pregare per saper rinunciare all’idolatria e all’autosufficienza del nostro io, e dichiararci bisognosi del Signore e della sua misericordia. Fare elemosina per uscire dalla stoltezza di vivere e accumulare tutto per noi stessi, nell’illusione di assicurarci un futuro che non ci appartiene. E così ritrovare la gioia del progetto che Dio ha messo nella creazione e nel nostro cuore, quello di amare Lui, i nostri fratelli e il mondo intero, e trovare in questo amore la vera felicità.
(Dal messaggio di Papa Francesco per la Quaresima 2019).
C’è però una condizione necessaria per fare in modo che la grazia quaresimale entri nel cuore dalla porta di servizio: bisogna volerlo. La Quaresima è un tempo opportuno per educare la nostra volontà. Siamo chiamati a dare la giusta priorità alle cose, a prenderci degli impegni e a rispettarli. Ma prima di tutto dobbiamo sentire l’esigenza interiore di farlo, dobbiamo comprenderne la necessità per la nostra vita. Per questo conviene togliere tutti gli ostacoli che frenano il nostro cammino interiore e soprattutto ci impediscono di sperimentare e sviluppare le potenzialità dell’immenso amore di Dio per noi.
Ecco, rivolgo anche a voi, amici miei, l’accorato appello di San Paolo ai Corinti: «Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio». (2Cor 5,20b)

In questa riconciliazione Paolo inserisce il proprio caso particolare. I Corinti lo avevano criticato, non seguivano più le sue esortazioni perché affascinati dai nuovi predicatori. Al di là della situazione concreta in cui queste parole sono state scritte vi possiamo leggere un invito rivolto a noi, l’invito a lasciarci riconciliare con Dio, a tornare pienamente a Lui, senza permettere che niente ci divida dal suo amore. Anche noi siamo sedotti da tanti predicatori che promettono ciò che non possono mantenere, che vendono illusioni. Non lasciatevi abbindolare, non seguite nessuno che vi presenta una strada breve e semplice, ricordate che ogni cosa, ogni traguardo, ogni proposta più è facile meno è felice.
Ricordatevi della porta di servizio. Normalmente da lì entrano solo quelli che conosciamo bene, quelli che non ci giudicano, quelli che sentiamo di casa. La porta di servizio è meno bella dell’ingresso padronale, ma è riservata a pochi. Fra questi intimi ci sia sempre Dio, non chiudetegli mai la porta in faccia ma riconciliatevi con Lui ogni volta che ne sentite l’esigenza. Lo troverete sempre lì, fuori la porta di servizio ad aspettarvi.
Buona Quaresima!
