“Sono solo stanco”.

Quando ti chiedono cosa c’è che non va, tu rispondi così.

Sono stanco, dici.

Come se non avessi dormito abbastanza la notte prima. Se solo riuscissi a dormire un paio di ore in più stanotte, o a riposarti durante il weekend, lunedì andrà meglio.

Ma in fondo, dietro tutti quei sorrisi finti e le battute che reciti per alleggerire il clima, sai che non è così.

Sarai anche stanco, certo, ma sai che il rimedio non è il sonno.

Perché sei stanco della vita. Sei stanco della gente che ti tratta come se non contassi nulla. Stanco della sensazione di non avere un futuro. Stanco di perderti nella tua testa, di affogare nei pensieri e nei dubbi che assillano ogni secondo delle tue giornate, mentre lotti per restare a galla, per non lasciarti trascinare giù dalle onde.

Le stesse onde che minacciano di rovinarti la maschera che prepari con cura ogni giorno, per sembrare una persona e non il guscio vuoto di ciò che eri un tempo.

Non vedono che sei stanco di questa messinscena? Come fanno a non rendersi conto che il tuo sorriso di porcellana si scheggia ogni giorno di più, che la tua armatura è tutta ammaccata, che il trucco sta colando, e che i fiumi dentro i tuoi occhi stanno rompendo gli argini costruiti con la massima attenzione, per non travolgere chi ti sta intorno.

Perciò quando ti chiedono: “Stai bene?”, ti limiti a dire: “Sono stanco”. Perché credi sia l’unico modo per rassicurare gli altri mentre dentro ti autodistruggi, l’unico modo per proteggerli dal disastro che sei. Credi di dover mentire, così quelli che ami non faranno troppe domande.

Eppure sei stanco, tanto stanco.

E va bene così. Se c’è una cosa che ho imparato, è che va bene sentirsi stanchi a volte. “Normale”, addirittura. E non devi avere sempre un motivo. Perché, a volte, anche solo tenere tutto sotto controllo è massacrante.

Quando ti senti così, è importante sapere che non sei da solo. Non sei l’unico a sentirsi in questo modo. Anzi, credo che per molti sarebbe una sorpresa scoprire quante persone, intorno a loro, provano le stesse cose. Per me lo è stata. Ho cominciato a parlare con chi mi rispondeva spesso con un “sono stanco” e ho scoperto che si sentiva proprio come me.

E sapete qual è la cosa buffa? Dopo aver saputo che anche gli altri provano certe cose, ho iniziato a prenderne coscienza. Adesso è come se tutti noi condividessimo un codice segreto – quando diciamo “stanco”, in realtà intendiamo “Non sto bene”. E poi ne parliamo, magari piangendo, magari ridendo. E ci sentiamo meglio.

Perciò, a chi crede che essere stanchi sia semplicemente il modo in cui dobbiamo rassegnarci a vivere oggi, dico questo: siete tutti membri di un club, e sì, il test per accedervi è tremendo. Ma c’è il vantaggio di avere centinaia di alleati che combattono la stessa battaglia. Conosci la parola d’ordine. Comunica con loro. Parla con loro. Accettane l’aiuto. E forse, domani, non ti sentirai più così stanco.

  • Candace Todd

 

Posted by:don Ivan Licinio

Classe 1983, sacerdote della Prelatura territoriale di Pompei dal 2011. Attualmente Vice Rettore del Pontificio Santuario della Beata Maria Vergine del Santo Rosario e Incaricato del Servizio per la Pastorale Giovanile. Autore di diverse pubblicazioni, il mio ultimo libro è "Se anche la fede è tra le Stranger Things" - Una serie TV per ogni stagione della gioventù, edito da Effatà editrice.

Una risposta a "A chi risponde sempre “Sono stanco” alla domanda “Come stai?”"

  1. Ecco, hai centrato il punto. A chi mi chiede distrattamente “come stai”, io rispondo sempre chiedendo quanto tempo mi può dedicare. Funziona sempre. Perché poi mi si chiede una alternativa che io offro come via di fuga. Solitamente è un “bene grazie” dal vago sapore paternalistico. Come a dire: tranquillo, non è colpa tua. Non è colpa tua se non fai attenzione a cosa chiedi; non è colpa tua se finora nessuno ti ha fatto notare che la domanda è complicata; non è colpa tua se l’imbarazzo che provi è evidente. Non è mai colpa tua. Tranquillo.

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