– Le origini della devozione al Sacro Cuore a Valle di Pompei –
Bartolo Longo non fu un teologo ma un cristiano sapiente. A vedere la sua biblioteca personale sembra più quella di un prete colto che quella di un laico del suo tempo. Profondo conoscitore della Sacra Scrittura, attraverso la lettura dei suoi testi e della sua stessa vita, possiamo dire che la fede del Fondatore pompeiano si esprime fra due grandi amori: quello per il Cuore di Gesù e quello per la Madonna.
«Se vogliamo che il Rosario diventi un mezzo di santificazione al cuor nostro, dobbiamo immedesimarci del sentimento del Cuore di Gesù e del Cuore di Maria, dobbiamo conformarci ai loro patimenti; dobbiamo trarre pratici ammaestramenti, per rispecchiare nella nostra vita le loro virtù». (B. Longo, Il mese di Ottobre, 1918, vol. II, pag. 38-39).

L’origine della devozione di Bartolo al Sacro Cuore di Gesù nasce dalla frequentazione di Santa Caterina Volpicelli negli anni immediatamente successivi alla sua conversione. Il Sacro Cuore lo accompagnerà sempre nelle vicende importanti della sua vita, come il giorno della sua riammissione all’Eucarestia, ma anche in momenti difficili per la sua salute. L’8 maggio 1889, Bartolo era malato e temeva per la sua vita. Il suo confessore, p. Giuseppe Leone dei padri liguorini, pregando innanzi al SS. Sacramento, fu ispirato ad emettere un voto per il suo penitente: cioè, che questi avrebbe eretto nel Santuario di Pompei un altare al Sacro Cuore di Gesù, se Dio gli avesse prolungato la vita fino al completamento del Santuario. Bartolo ebbe la grazia della vita, ma non adempì subito al voto.
Accadde che nel maggio del 1890, fu colto da mortale infermità il Conte Francesco De

Fusco, suo figliastro. Quell’anno cadeva il secondo centenario della morte di Margherita Maria Alacoque, la religiosa francese, all’epoca beata, che diede vita alla devozione al Sacro Cuore a seguito di apparizioni e rivelazioni private. In questa occasione si celebrava in tutto il mondo cattolico, con straordinaria solennità, la novena al Sacro Cuore di Gesù e anche a Valle di Pompei, sia in Santuario che a casa De Fusco, si iniziò la pia pratica. Spuntava l’alba del giovedì del Corpus Domini, quando a Marianna, madre del morente, parve di vedere tra sonno e veglia il Cuore di Gesù con la Beata Margherita Maria Alacoque. E il Redentore, in tono autorevole, disse: «Voglio che sia glorificata la Beata Margherita Maria Alacoque». Nell’ora medesima in cui avveniva ciò, il Conte De Fusco ebbe la grazia della vita. Il giorno 7 maggio 1891, il Cardinale Monaco La Valletta, nel consacrare il Santuario di Pompei, consacrava anche l’altare dedicato al Cuore di Gesù e a Margherita Maria Alacoque.
(Estratto dal mio libro: Bartolo Longo, alla Madonna serve un Avvocato che puoi acquistare QUI)