DOMENICA DELLE PALME /B

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Il cammino quaresimale ci porta alla Domenica delle Palme, giorno in cui ricordiamo l’ingresso solenne di Gesù a Gerusalemme. C’è la folla gioiosa che grida “Osanna”, il saluto riservato ai Re e ai liberatori, che agita le palme in segno di vittoria e stende i mantelli sulla strada dove passa Gesù. È una festa! Eppure, da lì a poco, la festa diventerà una tragedia perché la stessa folla cambierà i suoi osanna in crucifige, condannando a morte quel Gesù che aveva acclamato prima. Mai fidarsi delle lusinghe della gente.

Ma nei Vangeli di oggi, sia quello dell’ingresso a Gerusalemme sia quello della passione di Gesù, non cambia posizione solo la folla ma assistiamo al ribaltamento di vari stereotipi o, se volete, ad un gioco di alti e bassi. L’asino, che è ingiustamente considerato sinonimo di stoltezza e di ignoranza, diventa il destriero del Re, l’animale che ha il privilegio di trasportare Cristo, segno della partecipazione del Creato alla Passione di Gesù. L’asino era in basso ma viene portato in alto; ma c’è anche chi dall’alto scende in basso: gli apostoli. Scelti e amati da Gesù, hanno avuto il privilegio di condividere la sua missione e di testimoniare la sua grandezza. Ora, invece, lo tradiscono, lo rinnegano, fuggono. E poi c’è chi dal basso della sua esistenza è portato nell’alto nei cieli: non lo troviamo nel Vangelo di Marco di oggi, ma dagli altri evangelisti sappiamo che il ladro condannato alla morte di croce con Gesù è il primo santo certo della storia della Chiesa! Infine c’è Gesù. Con la sua morte in croce cambia radicalmente gli equilibri tra Dio e l’uomo: non è più l’uomo che sacrifica a Dio ma Dio che si sacrifica per l’uomo. Non un Dio lontano, che se ne sta lassù ignorandoci, ma un Dio che si abbassa sulla nostra storia per innalzarci verso il Cielo!

Questo gioco di alti e bassi lo ritroveremo in tutta la Settimana Santa: Gesù prima si abbasserà per lavare i piedi agli apostoli, successivamente sarà innalzato sulla croce dalla quale, poi, sarà deposto per essere messo nel sepolcro e infine si rialzerà in piedi, risorto. È bello pensare che questi alti e bassi di Gesù incrocino gli alti e bassi della nostra vita. All’inizio di questa Settimana Santa, l’augurio che ci facciamo è quello di permettere a Dio di capovolgere la nostra storia. Che il Signore ci abbassi lì dove con superbia ci siamo innalzati troppo e ci rialzi dal basso dove siamo caduti a causa delle nostre fragilità o delle mille difficoltà. Se vogliamo restare sempre in piedi fra gli alti e bassi dell’esperienza umana, dobbiamo adorare la croce come esempio di vita donata, come segno di Amore infinito, come strumento di equilibrio fra il Cielo e la Terra, fra l’Alto e il basso.

Solo così potremo risorgere ogni qualvolta la vita rotola una grossa pietra su di noi.

Buon cammino quaresimale, insieme.

 

Posted by:don Ivan Licinio

Classe 1983, sacerdote della Prelatura territoriale di Pompei dal 2011. Attualmente Vice Rettore del Pontificio Santuario della Beata Maria Vergine del Santo Rosario e Incaricato del Servizio per la Pastorale Giovanile. Autore di diverse pubblicazioni, il mio ultimo libro è "Se anche la fede è tra le Stranger Things" - Una serie TV per ogni stagione della gioventù, edito da Effatà editrice.

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