XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO /A

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Mi colpisce, oggi, questo atto di forza di Gesù che costringe i suoi discepoli a salire sulla barca ed attraversare la tempesta.
L’atteggiamento più logico sarebbe quello di starsene comodi a riva fino a quando le acque si calmino. Il Maestro, invece, spinge i suoi a prendere il largo comunque. E ha ragione.
Nella vita ci sono delle acque agitate nelle quali dobbiamo per forza entrare se vogliamo raggiungere una nuova meta, un’altra riva. Troppe volte, aspettando che tutto si calmi, il tempo peggiora e la soluzione si allontana. Gesù chiede di essere protagonisti e non spettatori della nostra vita; ci chiede di prendere il largo fidandoci di Lui, della sua continua presenza.

Sono tanti i problemi che agitano la nostra vita, ma non possiamo permetterci di restare fermi o di lasciarci bloccare da questi. È vero che molte volte non riusciamo a vedere una via d’uscita, che la tempesta sembra sopraffarci e che l’orizzonte si fa sempre più lontano; ma oggi Gesù ci chiede con forza di credere in lui! E noi? Noi ci crediamo veramente a Gesù? Non è una domanda banale e la risposta non è scontata. Noi ci crediamo in Gesù? Ogni tanto sarebbe bene farsela questa domanda. A volte, come i discepoli, pensiamo che Gesù sia un fantasma, qualcuno che non esiste o che, quanto meno, non è presente quando dovrebbe. Ma non è così!
Quando pensiamo che la tempesta sia troppo violenta e che addirittura stiamo per affogare in mezzo ai problemi, ecco che Gesù afferra la nostra mano per tirarci fuori e metterci in salvo. L’esperienza di Pietro che per un po’ riesce a camminare sulle acque, ci dice che non dobbiamo mai distogliere lo sguardo da Gesù. All’inizio pensiamo di farcela a camminare sopra le acque agitate. Ma basta un attimo in cui ci convinciamo di farcela con le nostre sole forze, un attimo in cui non fissiamo più Gesù che ecco affoghiamo nella paura. E tutto ci sembra perduto.

Per mantenere lo sguardo fisso su Gesù suggerisco due strumenti o, se volte, due bombole di ossigeno per non affogare mai: la preghiera e l’Eucarestia. La preghiera ci aiuta ad ascoltare Gesù, ad impostare la rotta della nostra vita, a condividere con lui gli scogli sui quali ci siamo incagliati e i nuovi compagni di viaggio che abbiamo incontrato. Una preghiera per tutte che è capace di “dare ritmo alla nostra vita”, così come diceva San Giovanni Paolo II, è il Rosario. Recuperiamo questa preghiera perché è una via privilegiata per contemplare Gesù, attraverso Maria, quando nella nostra vita si affacciano i misteri dolorosi o gioiosi, gloriosi o luminosi.

Nell’Adorazione Eucaristica o nella visita al Tabernacolo abbiamo, invece, la possibilità di fissare il nostro sguardo su Gesù e lasciare che anche lui guardi dentro il nostro cuore. Durante la giornata, cinque minuti fermatevi in una chiesa e salutate Gesù, vivo e vero nell’Eucarestia, riposto nel Tabernacolo. Si tratta di una buona abitudine che non vi toglie niente ma aggiunge tanto al vostro viaggio. Partecipate alle Adorazione che vengono proposte nelle comunità cristiane: è un porto dove fermarvi, riprendere le forze e fare provviste per una nuova parte del viaggio.

Non esiste un viaggio, né una vita, senza difficoltà. Le paure vanno affrontate e non evitate, se vogliamo davvero raggiungere la meta. Oggi sappiamo di non essere soli ad affrontarle perché Gesù è sempre accanto a noi a ripeterci una sola cosa: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!».

 Buon cammino, insieme.

Posted by:don Ivan Licinio

Classe 1983, sacerdote della Prelatura territoriale di Pompei dal 2011. Attualmente Vice Rettore del Pontificio Santuario della Beata Maria Vergine del Santo Rosario e Incaricato del Servizio per la Pastorale Giovanile. Autore di diverse pubblicazioni, il mio ultimo libro è "Se anche la fede è tra le Stranger Things" - Una serie TV per ogni stagione della gioventù, edito da Effatà editrice.

Una risposta a "Coraggio, sono io, non abbiate paura!"

  1. Grazie! Lei scrive cose vere e le scrive bene. Ha la credibilità di chi vive ciò che dice. La ringrazio perché leggere le sue parole mi fa bene al cuore e aiuta il viaggio. Se può, non smetta.

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