Siamo tutti con gli occhi rivolti a te.
Più che mai.
Siamo abituati a vederti, ci fai compagnia ogni giorno e, quando siamo lontani, rivederti significa essere ritornati a casa. Hai ispirato migliaia di dichiarazioni d’amore, di canzoni, di quadri, di poesie, di persone: tutti innamorati di te. Ma ora non riusciamo a vederti più perché il denso fumo ti copre e ci priva del nostro meraviglioso gigante.
Dovremmo rispettarti più per la tua bellezza che per il tuo potenziale distruttivo. E invece, a quanto pare, non fai più paura. Succede sempre così: più sei buono e più se ne approfittano. E tu sei stato buono con noi finora, forse troppo, ma siamo noi che ti stiamo distruggendo. Io sono di Pompei e so cosa puoi fare, ma c’è gente che non ti teme, come non teme le leggi, la coscienza e lo specchio dove si guarda in faccia la mattina. Mi vergogno del fatto che si dicano uomini come me e come quelle centinaia di vigili del fuoco, carabinieri, poliziotti, volontari della protezione civile e tanti altri che stanno facendo il possibile per salvarti.

Vorrei scusarmi con te, ma so che stavolta l’abbiamo fatta grossa.
Permettimi solo una promessa. Non una di quelle che tante volte hai ascoltato da chi doveva proteggerti, tutelarti e prevenire questo disastro. La promessa che posso farti, e che spero sia di tutti quelli che soffrono nel vederti così, è quella che, una volta spento l’ultimo focolaio, non permetteremo che si spenga anche la coscienza e il ricordo di questi terribili giorni. Lo ricorderemo ai nostri figli, ai giovani, educandoli alla bellezza e non alla morte, al bene comune e non all’egoismo. Lo ricorderemo alle istituzioni quando verranno a chiederci voti. Ma soprattutto lo ricorderemo a noi stessi, nelle piccole cose di ogni giorno: dalla differenziata al rispetto di quel poco di verde pubblico che ci resta.
Perdonaci se puoi, e perdona anche queste parole fra le tante che stai ascoltando in questi giorni, e se trovi strano che tanta gente si stia rivolgendo a te quando gli antichi neanche sapevano della tua esistenza, è perché per noi sei uno di casa, sei di famiglia, sei un amico al quale possiamo affidare pensieri e delusioni, sogni e sfoghi.

Sei ognuno di noi. Vesuvio.

Posted by:don Ivan Licinio

Classe 1983, sacerdote della Prelatura territoriale di Pompei dal 2011. Attualmente Vice Rettore del Pontificio Santuario della Beata Maria Vergine del Santo Rosario e Incaricato del Servizio per la Pastorale Giovanile. Autore di diverse pubblicazioni, il mio ultimo libro è "Se anche la fede è tra le Stranger Things" - Una serie TV per ogni stagione della gioventù, edito da Effatà editrice.

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