Le Diocesi di Melfi e di Rossano ripensano il ruolo dei padrini e delle madrine nei Sacramenti del Battesimo e della Cresima.

Si tratta di un dibattito che già da tempo anima la Chiesa italiana e che nasce dalla rilettura pastorale del territorio. Le figure di padrino o madrina, di per sé, hanno un grande significato fin dalle origini della Chiesa, ma negli ultimi decenni, nella stragrande maggioranza dei casi, hanno perso il ruolo di accompagnatori nel cammino di fede così come ogni forma di mistagogia.

Nella mia piccola esperienza pastorale, prima in Parrocchia e ora in Santuario, dove solo nel 2016 abbiamo celebrato 183 battesimi e 1364 cresime, la crisi dei padrini è strettamente legata a quella dei Sacramenti, in modo particolare della Cresima. Se il Sacramento non è più una scelta di fede ma viene chiesto in “funzione di“, anche il padrino diventa funzionale. Tante volte, di fronte a certe richieste, si ha l’impressione di cristiani che devono riempire la tessera fedeltà con tutti i bollini dei sacramenti; ogni nuovo bollino dà la possibilità di averne un altro: “devo fare la cresima perché mi devo sposare“; “devo fare la cresima perché devo fare da padrino al battesimo di mio nipote“, e così via fino a casi simpatici come la signora che voleva rifare la cresima perché con la vecchia madrina aveva litigato.
Ripensare, perciò, al ruolo di padrino credo sia davvero un’urgenza, non solo pastorale ma anche pedagogica. Abolire, anche se ad experimentum come nel caso delle diocesi sopra indicate, non la ritengo la scelta più idonea perché sa tanto di resa al diffuso secolarismo dei nostri tempi. Piuttosto, come già provato in alcune diocesi della locride, potrebbero essere i catechisti che preparano alla Cresima a ricoprire il ruolo di padrino o di madrina. Tuttavia resta l’esigenza e il dovere delle comunità cristiane di educare alla responsabilità dello stare accanto, in modo particolare le famiglie. I genitori sono i primi responsabili della crescita nella fede dei figli, anche se qui si apre il complesso capitolo dei genitori separati risposati o divorziati che, in virtù della loro condizione attuale, al momento non possono fare da padrini.

Mi rendo conto che è difficile ed impegnativo incarnare l’autenticità del ruolo di padrino o di madrina, – io per primo non ne sono stato capace – ma proprio per questo bisogna rivedere fino a che punto si possa mantenere l’attuale ordinamento che tante volte rischia di essere più una contro-testimonianza che un accompagnamento.

Posted by:don Ivan Licinio

Classe 1983, sacerdote della Prelatura territoriale di Pompei dal 2011. Attualmente Vice Rettore del Pontificio Santuario della Beata Maria Vergine del Santo Rosario e Incaricato del Servizio per la Pastorale Giovanile. Autore di diverse pubblicazioni, il mio ultimo libro è "Se anche la fede è tra le Stranger Things" - Una serie TV per ogni stagione della gioventù, edito da Effatà editrice.

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