III DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Dopo l’arresto di Giovanni, Gesù cerca consolazione sulle rive del lago di Tiberiade, che per la sua grandezza veniva chiamato mare. Ognuno di noi ha un suo rifugio nei momenti difficili. Gesù rispetta la profezia, lascia la sua Nazareth e si stabilisce in periferia, a Cafarnao, un villaggio della Galilea, detta delle genti per la profonda multi-etnicità che contraddistingueva quella regione. Sul lago di Tiberiade è possibile ascoltare ogni tipo di dialetto e di lingua, come in ogni porto che si rispetti. A causa di questa mescolanza, i giudei che abitano la Galilea sono visti di cattivo occhio dai pii israeliti perché il rischio di contaminazione fra giudaismo e paganesimo è altissimo.

Gesù, come sempre, sceglie di abitare fra gli emarginati dell’epoca, perché «per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta». E proprio fra quelli che nessuno avrebbe scelto, Gesù sceglie i suoi apostoli. Fra le tante voci sul mar di Galilea, quel giorno Pietro e Andrea, Giacomo e Giovanni, sentirono anche quella di Gesù: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Gesù ha questa capacità di saper vedere oltre noi stessi. Non ci guarda per quello che siamo ma per quello che possiamo diventare. Leggendo l’elenco degli apostoli ci ritroviamo anche estremisti, vigliacchi, ladri, traditori ma tutti, alla fine, saranno capaci di dare il meglio di sé: Simone, appartenente ai ribelli zeloti, sarà martire insieme al compagno Giuda Taddeo; Pietro dopo aver rinnegato sarà la pietra sulla quale poggerà la Chiesa; Matteo lascerà il libro contabile dove annotava le tasse ricevute per scrivere il Vangelo da cui è tratto il brano di oggi; e alla fine anche Giuda iscariota sarà capace di provare rimorso per il suo tradimento, quel rimorso che tanti uomini dal cuore di pietra e che commettono il male, oggi non conoscono.

Gesù ha saputo pescare nel cuore di questi pescatori, quello che di buono vi era sommerso. Pure se il nostro cuore è inquinato dal male, lui riesce sempre a pescare quello che di limpido conserviamo. Possiamo diventare persone nuove, possiamo cambiare vita se solo decidiamo di seguirlo, di lasciare la barca delle nostre false sicurezze e della nostra autoreferenzialità. «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino». Convertitevi, invertite il senso di marcia, seguitemi. Guardate verso di me e vedrete quanto il Regno di Dio è vicino.

Gesù ci chiama.

Non ha mai smesso di farlo dal giorno del nostro Battesimo. Ci chiama continuamente a seguirlo, a stare con lui. Ci chiama ad essere pescatori di uomini, a saper guardare, cioè, quello che di buono c’è nel cuore di questa umanità. Perché nessuno è davvero cattivo: aspetta solo di incontrare chi è capace di convertirlo, di fargli capire quello che di buono si porta nel cuore, quello che di grande può fare, quel capolavoro che la sua vita può diventare!

Perciò, anche se i pescatori mi rimprovereranno, oggi auguro a tutti voi buona pesca!

Posted by:don Ivan Licinio

Classe 1983, sacerdote della Prelatura territoriale di Pompei dal 2011. Attualmente Vice Rettore del Pontificio Santuario della Beata Maria Vergine del Santo Rosario e Incaricato del Servizio per la Pastorale Giovanile. Autore di diverse pubblicazioni, il mio ultimo libro è "Se anche la fede è tra le Stranger Things" - Una serie TV per ogni stagione della gioventù, edito da Effatà editrice.

2 risposte a "Buona pesca!"

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