Le origini di quest’amicizia sono antiche e radicate nella devozione del frate alla Madonna di Pompei. Padre Pio ebbe una particolare predilezione per la novena composta da Bartolo Longo. In una lettera troviamo un elenco di devozioni particolari, che il frate cappuccino praticava ogni giorno e tra le quali si annovera la novena alla Madonna di Pompei. Padre Pio visitò il Santuario mariano almeno tre volte: nel 1901, quando da ragazzo vi andò con alcuni compagni di scuola; nel novembre 1911, accompagnato da p. Evangelista, superiore del convento di Venafro; il 3 gennaio 1917, in una licenza dalla vita militare. In queste visite si rafforzò in lui la devozione alla Vergine del Rosario. Nel suo epistolario troviamo numerosi riferimenti alla Madonna di Pompei, come, ad esempio, la lettera inviata a p. Agostino chiedendogli «la carità di incominciare al più presto le tre novene alla Vergine di Pompei con la recita giornaliera, durante questo periodo, dell’intiero rosario», e la medesima cosa chiedeva anche alle figlie spirituali. Pochi giorni prima di morire, p. Pio compì un gesto delicatissimo verso la Madonna di Pompei. Il 19 settembre 1968, gli fu presentato un mazzo di rose, a ricordo dei suoi cinquant’anni di stimmate. Con la sua mano piagata egli estrasse dal mazzo una rosa e l’affidò ad un suo figlio spirituale diretto a Napoli, affinché la deponesse dinanzi all’immagine della Madonna del Rosario di Pompei.
I rapporti fra Longo e p. Pio sono accertati dal 1921; nell’archivio pompeiano, infatti, è conservata una lettera datata 11 novembre nella quale il frate così scrive all’amico pompeiano:
«Anima del caro Dio,
Gesù sia sempre tutto vostro, vi assista sempre con la sua vigile grazia e vi renda degno dei suoi divini amplessi. Con questi voti sincerissimi, che vi fo sempre innanzi a Gesù e alla Vergine Madre, vengo a dar riscontro all’ultima vostra graditissima pervenuta ieri.
Sono spiacente per l’infermità della nipote e voglio sperare che presto la santissima Vergine la faccia ristabilire. Non approvo affatto la titubanza della vostra consorte nel volere il villino in Valle di Pompei a favore della nascitura istituzione e questo mi fa temere mali maggiori. E via sia più generosa la signora e sia pur certa che la Vergine non lascerà senza rimunerazione una sì bella azione fatta in suo onore.
Con stima grandissima vi saluto fraternamente e mi raccomando alle vostre preghiere».
Molto probabilmente la lettera di risposta di p. Pio è in riferimento alla nascitura Opera a favore delle figlie dei carcerati, sorta l’anno seguente, nel 1922. Anche in questo caso, il Fondatore pompeiano aveva chiesto consiglio ai suoi santi amici, esponendo le difficoltà e chiedendo consigli. P. Pio, con il suo stile pacato ed impetuoso allo stesso tempo, incita il Longo a dar vita alla sua intuizione e lo invita a stare attento a certi atteggiamenti ostili, anche se questi provengono dalla sua consorte. Questa lettera, oltre a confermare lo stile profetico del santo frate, mette in luce, inoltre, la sua profonda intimità con il Longo tanto da augurargli di godere sempre dei “divini amplessi”. Un profondo rapporto spirituale e di amicizia confermato anche dall’invio a Pompei di un’immaginetta francese della Madonna del Rosario, dietro la quale p. Pio ha scritto:
«Per il Sig. Comm. Bartolo Longo.
Maria ti guardi sempre con occhio materno e ti conforti nelle tue afflizioni».
(tratto dal mio libro “Caro amico santo ti scrivo” ed. Paoline 2012)

San Pio e Beato Bartolo Longo, vi chiedo l’illuminazione che può condurmi sul viale che porta al Signore.
Se la casa di Segni deve essere un’-opera di carità….
Aiutatemi a compiere.
Amen
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