I Domenica di Avvento
Mi è capitato un episodio che ha stuzzicato la mia mente in vista del tempo di Avvento che oggi iniziamo.
Forse non tutti lo conosceranno, ma dalle mie parti un tempo si giocava con una specie di trottola detta strummolo e che oggi sta ritornando di moda. Non è facile lanciare lo strummolo e farlo girare, ma se ci riesci resti incantato dalla danza che crea. Ebbene una mamma mi diceva che il figlio si era innervosito fino alle lacrime perché non era riuscito a lanciare lo strummolo e perciò aveva abbandonato il gioco, dopo appena un paio di tentativi.
Questo ragazzino stizzito è un po’ l’immagine della nostra società di oggi.
Viviamo in un tempo che non ha mai tempo. Non sappiamo più cosa sia la perseveranza né insegniamo più il sacrificio. Siamo sempre di corsa e tutto deve essere veloce. Mangiamo veloce ai fast food o ai take away, ci spostiamo con treni ad alta velocità e guai se Internet va lento! Quanti ragazzi ho visto nella stessa serata deprimersi e riprendersi a seconda della connessione H+ o 3G (e ora è arrivato anche il 4G!). Siamo quelli che non scrivono più, ma mandano note vocali; siamo quelli che saltano le file con le solite scuse; siamo quelli a cui serve il telepass per viaggiare o che non escono di casa senza un paio di cuffiette nelle orecchie; siamo quelli che camminano con gli occhi incollati al display e che vanno in panico se WhatsApp non invia, Facebook si blocca e, tragedie delle tragedie, è “Impossibile caricare la pagina”! Turisti mordi e fuggi della nostra vita. Un selfie e via!
Quando ci accorgeremo che la nostra continua corsa non cambia comunque il ritmo del mondo che, da millenni, gira sempre allo stesso tempo?
Tempo. Ecco quello che ci serve. Rallenta. Aspetta. Tempo.
L’Avvento è innanzitutto un tempo. Un tempo per fermarsi e guardarsi dentro; un tempo per ascoltare e ritrovare chi era lontano; un tempo per riflettere e crescere nelle scelte. Un tempo che dedichiamo a noi stessi, alle nostre famiglie, agli amici, a chi ha bisogno di noi. Un tempo così non è mai tempo perso. Se poi, così facendo, lo dedichiamo a prepararci alla venuta di Cristo, è tempo guadagnato per l’eternità.
“Chi si ferma è perduto ma si perde tutto chi non si ferma mai” (N. Fabi). E c’è il rischio, in questa corsa forsennata, di perdersi anche Gesù che ci passa accanto, che incrocia la nostra strada. Egli viene nella nostra vita, è il Dio con noi. Ma se non ti fermi, se non vegli, se non hai mai tempo, non ti accorgerai di Lui. Con Dio non puoi prendere un appuntamento nella tua affollatissima agenda perché «voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino» (Mc 13,35). L’unica cosa che puoi fare è non farti trovare addormentato, assuefatto dall’abitudine, sprofondato nell’apatia.
Che grande occasione è l’Avvento per me e per te, amico mio.
Fermiamoci e troviamo il tempo per le cose che ci fanno stare davvero bene, per quelli che abbiamo dimenticato, per chi non è stato al nostro passo ed è rimasto indietro. Troviamo il tempo per quella telefonata, per quel caffè, per quei 5 minuti che ci erano stati chiesti; troviamo il tempo per farci compagnia, per raccontarci a sera come è andata la giornata, per mangiare insieme con tutta la famiglia. Troviamo il tempo di chiarirci, di perdonare, di incoraggiare e di asciugare qualche lacrima.
Se troveremo il tempo per le cose di cui ha bisogno il nostro cuore già da tempo, ci accorgeremo di aver trovato il tempo per Gesù e di essere stati trovati da Lui, svegli.
Buon Tempo di Avvento.
IN CAMMINO
di Fausto Corsetti
Con lentezza accadono le trasformazioni. Lentamente si compiono le impervie arrampicate. Si susseguono con lentezza i giorni di chi assapora domande importanti, si nutre di sguardi intensi, di desideri insaziabili, di viaggi coltivati a lungo nel segreto e nel desiderio. Viaggi, forse, lontano da quei treni chiamati “ad alta velocità”. Ne trattengo l’immagine: sedere comodamente, magari occupati ad affari importanti, e non distinguere altrettanto comodamente e facilmente persone e cose oltre quel grande finestrino.
Lo sguardo stenta a fissare i dettagli: gli occhi possono guardare lontano, forse, meravigliarsi per le tante immagini che scorrono rapidamente e che il treno lascia dietro di sé. Ma non riescono a fissare i particolari, le piccole cose.
Accade così, non di rado, nella vita, quando scopriamo nella quotidianità l’insipienza delle nostre corse, tutto il valore del cammino…
Non è semplice il cammino, perché camminare significa avanzare a piccoli passi, passare dentro, non solo davanti, non solo oltre.
Le mani possono così sfiorare e accarezzare le erbe più alte, e appoggiarsi sulle ruvide rocce che preparano lo spazio, la base, per il passo successivo.
Gli occhi apprendono non solo a svelare dettagli capaci di stupire, ma possono finalmente sostare, adagiarsi sulle cose e aspettare di scivolare dentro al mistero che i piccoli dettagli custodiscono con memoria gelosa, seppure sempre disponibili a lasciarsi possedere, capaci di sorprendere, pronti ad iniziare chi lo desideri davvero verso il non evidente.
Nel cammino, non c’è rapidità, ma gradualità. Non c’è eccesso, ma ricchezza. Non c’è conquista, ma stupore per quanto ancora resta da compiere, da intraprendere, da scoprire.
Camminare è possedere tempo e spazio per sostare, per scendere dentro, per assaporare, persino ad occhi chiusi, sdraiati su un mondo vivace, fecondo, creativo, generoso, capace di stupire e di attrarre, senza trattenere o rapire. Il cammino non offre facili risposte, ma nuove domande, orizzonti inediti, stanze interiori inesplorate che possono dischiudersi solo con chiavi segrete, nascoste dentro il nostro animo.
È tempo giusto, atteso, vissuto, custodito. Nel cammino nulla viene a caso, niente se ne va inutilmente. Si vive ogni passo, ogni parola, ogni inquietudine, ogni silenzio, ogni domanda: è la condizione privilegiata per chi conosce l’attesa e, di piú, per chi osa “fermarsi”. Amare le domande. Inconcepibile, per chi preferirebbe avere risposte, ricette, soluzioni, meglio se trovate da qualcun altro.
È tempo oggi: è questo il tempo per camminare, non piú per correre, per sostare e ritrovare finalmente se stessi; per vivere di domande, ora, fino all’ultimo giorno in cui ci sarà data, con sorpresa e gratuità, la Risposta.
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