“Non siate mai uomini e donne tristi: un cristiano non può mai esserlo! Non lasciatevi prendere mai dallo scoraggiamento! La nostra non è una gioia che nasce dal possedere tante cose, ma nasce dall’aver incontrato una Persona: Gesù, che è in mezzo a noi; nasce dal sapere che con Lui non siamo mai soli, anche nei momenti difficili, anche quando il cammino della vita si scontra con problemi e ostacoli che sembrano insormontabili, e ce ne sono tanti! E in questo momento viene il nemico, viene il diavolo, mascherato da angelo tante volte, e insidiosamente ci dice la sua parola. Non ascoltatelo! Seguiamo Gesù! Noi accompagniamo, seguiamo Gesù, ma soprattutto sappiamo che Lui ci accompagna e ci carica sulle sue spalle: qui sta la nostra gioia, la speranza che dobbiamo portare in questo nostro mondo. E, per favore, non lasciatevi rubare la speranza! Non lasciate rubare la speranza! Quella che ci dà Gesù.”
Papa Francesco nell’omelia della Domenica delle Palme 24.03.2013

Una cosa è certa. Il sorriso di questo Papa è stata la prima cosa che abbiamo visto. Soltanto dopo abbiamo notato l’accento, la sua croce pettorale in ferro, le scarpe nere e tutto il resto che lascio alle fantasie giornalistiche, ma il sorriso… quel sorriso è entrato subito nei nostri cuori.
Mio padre, ogni volta che vede Papa Francesco, continua a ripetermi come sia rimasto colpito da quel suo “buonasera” la sera dell’elezione. E come dargli torto. Il modo di fare di questo Papa assomiglia sempre di più a quello di un Parroco. Valgono per lui le parole che ha usato per parlare di Gesù nella medesima omelia: “ha risvegliato nel cuore tante speranze soprattutto tra la gente umile, semplice, povera, dimenticata, quella che non conta agli occhi del mondo.”
La sua semplicità, la chiarezza del parlare e quel suo particolarissimo modo di accompagnare ciò che dice con una gestualità tesa quasi a dare forma a ciò che dice, hanno fatto sì che Francesco entrasse da subito nella vita e nel cuore di ognuno di noi.

Francesco ha saputo ridare gioia ad una Chiesa che aveva ancora le lacrime di commozione per le dimissioni di Benedetto XVI così ben incarnate dai volti di don Georg e del card. Comastri il giorno della partenza del Papa emerito.
Francesco ha saputo ridare speranza ad una Chiesa lacerata da tante ferite, alcune delle quali hanno creato molta sofferenza in tanti suoi membri. Ha rispolverato l’orgoglio di essere e appartenere alla Chiesa.
Ma il Papa può fare ben poco se non ci lasciamo convertire il cuore dalla Parola e dalle sue parole. Il rischio grande è di assomigliare alla folla di Gerusalemme che ora grida Osanna! e domani, calato anche l’impatto emotivo, sarà pronta a urlare Crucifige!

Iniziamo il cammino della Settimana Santa con la consapevolezza di essere figli di Dio, di essere Chiesa, assemblea non di perfetti ma di salvati. Dice ancora Francesco che in questo cammino di Chiesa siamo accompagnati da Gesù, lo seguiamo “ma soprattutto sappiamo che Lui ci accompagna e ci carica sulle sue spalle: qui sta la nostra gioia, la speranza che dobbiamo portare in questo nostro mondo.”

Voglio sorridere con lui, voglio continuare a sperare.

Posted by:don Ivan Licinio

Classe 1983, sacerdote della Prelatura territoriale di Pompei dal 2011. Attualmente Vice Rettore del Pontificio Santuario della Beata Maria Vergine del Santo Rosario e Incaricato del Servizio per la Pastorale Giovanile. Autore di diverse pubblicazioni, il mio ultimo libro è "Se anche la fede è tra le Stranger Things" - Una serie TV per ogni stagione della gioventù, edito da Effatà editrice.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...