“In questo momento il mio animo si allarga per abbracciare tutta la Chiesa sparsa nel mondo; e rendo grazie a Dio per le «notizie» che in questi anni del ministero petrino ho potuto ricevere circa la fede nel Signore Gesù Cristo, e della carità che circola nel Corpo della Chiesa e lo fa vivere nell’amore, e della speranza che ci apre e ci orienta verso la vita in pienezza, verso la patria del Cielo.” (Benedetto XVI)

Quando sai che domattina ti attende qualcosa di grande, una scelta che ti cambierà la vita e il tuo futuro; quando sai che domattina ti attendono grandi responsabilità, nuovi orizzonti; quando sai che domattina ti attende l’incertezza di diventare tanto un eroe, tanto un fallito; quando sai tutto ciò, la notte prima non riesci sempre a dormire.

Non riesco proprio a mettermi nei panni del Papa la sera prima del suo ultimo giorno di Pontificato. Non posso neanche lontanamente immaginare i sentimenti, la paure, le angosce e le speranze che affollano il suo cuore. Non fantastico su cosa ora stia pensando nel percorrere per l’ultima volta le stanze del Palazzo Apostolico o nell’affacciarsi su Piazza San Pietro.
Ma una cosa la so: quando non riesco a stare sereno per ciò che mi attende il giorno dopo, io vorrei solo una cosa, un abbraccio.
Non mi chiedere perché sto così, non cercare di incoraggiarmi con tante parole, non caricarti dei miei pensieri, semplicemente abbracciami!
Questo io vorrei: sapere che tu sei con me, comunque.

“Prima ho detto che molte persone che amano il Signore amano anche il Successore di san Pietro e sono affezionate a lui; che il Papa ha veramente fratelli e sorelle, figli e figlie in tutto il mondo, e che si sente al sicuro nell’abbraccio della loro comunione; perché non appartiene più a se stesso, appartiene a tutti e tutti appartengono a lui. Il “sempre” è anche un “per sempre” – non c’è più un ritornare nel privato.”                    (Benedetto XVI)

 
Si tratta di un gesto semplice ma profondo, intimo, spontaneo, bello. Un gesto che, insieme a tantissimi, ieri sera ho vissuto e donato. Con l’ultimo strascico della folla oceanica del mattino, nel grande, ma freddo, abbraccio del Colonnato in restauro, ha preso vita l’ultimo caldo abbraccio della “Chiesa viva” al suo Papa. Una fiaccola, una preghiera, un canto e tanti volti giovani e adulti con gli occhi lucidi, fissi su quella finestra che, tante volte, si è aperta sul mondo. Ieri il mondo era unito attorno a quella finestra. Senza differenze, lasciando a casa per un momento le difficoltà economiche, politiche, sociali, abbiamo accordato i cuori nella preghiera. Abbiamo annullato noi stessi per accogliere l’altro, per aiutarlo, per servirlo: ieri sera la Chiesa ha dimostrato di aver capito la grande lezione di Benedetto XVI.

Ti saluto così, Benedetto. Così come anche io vorrei essere salutato e incoraggiato nelle mie scelte: con un abbraccio.

Posted by:don Ivan Licinio

Classe 1983, sacerdote della Prelatura territoriale di Pompei dal 2011. Attualmente Vice Rettore del Pontificio Santuario della Beata Maria Vergine del Santo Rosario e Incaricato del Servizio per la Pastorale Giovanile. Autore di diverse pubblicazioni, il mio ultimo libro è "Se anche la fede è tra le Stranger Things" - Una serie TV per ogni stagione della gioventù, edito da Effatà editrice.

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